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Primi 2 giorni:
Il mio ambizioso progetto di un blog ordinato e di facile consultazione viene subito accantonato a favore di una congerie di fatti inutili ma parecchio impressionanti che mi sono successi nelle prime 30 ore.
Mi scuso fin d'ora per l'ortografia scadente ma sulla tastiera locale mancano le vocali accentate ( tra l'altro internet explorer si inchioda in continuazione e mozilla e' in arabo...)
Per dare comunque un’impressione di organizzazione ho stilato una hit parade:
8) La Qatar Airways al decollo, fornisce una serie di adesivi da attaccarsi addosso (o sul sedile) che comunicano alle hostess se vuoi essere svegliato per mangiare, per il duty free oppure se non vuoi proprio essere scocciato. Secondo me meritano un Nobel!
7) Il mio aereo era pieno di milanesi stronzi diretti alle Maldive. Pare che Doha sia il posto piu’ economico da cui partire se si e’ diretti da quelle parti.
6) Avevo previsto che qua facesse caldo ma non pensavo che potesse fare TANTO caldo… all’atterraggio (6 di mattina) c’erano gia’ 27 gradi… Per il resto del tempo vivono tutti in ambienti climatizzati ovviamente gelidi…
5) Il mio simpaticissimo ospite (nel senso che mi ospita) ha cambiato casa quindi non ho la dependence tanto decantata dal mio predecessore ma un fantastico mezzo piano di una villa con giardinetto situata tra la residenza del console inglese e l’ambasciata pakistana nel prestigioso quartiere di MQ (sta per Medina Qaboos, la citta’ del Sultano). Domani mi arriva la macchina quindi posso dare inzio ad un serio safari fotografico!
4) Lo studio e’ spaziale e pieno di gente di cui non ricordo i nomi. In realta’ non riconosco nemmeno le facce…un po’ come i giappo, gli indigeni mi sembrano tutti uguali. Mi sembravano eccessivamente gentili e solo dopo qualche ora di perplessita’ ho capito perche’! Ho trovato sulla scrivania un memorandum interno che preannunciava il mio arrivo raccomandando di trattarmi con tutti i riguardi…
3) Il lavoro: dopo l’ottima oretta di discorso introduttivo, presentazione di un migliaio di personaggi che vanno dalle 3 ragazzine velate di nero (le 3 Parche???) all’australiano un po’ bifolco passando per l’indiano in ciabatte e l’irakeno con la cravatta piu’ brutta del mondo, mi hanno assegnato un simpatico ufficio e una prima pratica da seguire. Pensavo al solito tamponamento e invece mi e’ capitata tra le mani l’eredita’ di uno sceicco morto l’anno scorso lasciando, tra le altre cose, una serie di immobili allucinanti in giro per Europa e Canada…Se lo studio si fida…
2) La centralinista nuova (ovviamente non ricordo il nome e non so distinguerla dale altre) non parla inglese!
1) Non imparero’ mai le strade…qualche urbanista illuminato ha deciso che qui gli indirizzi non sono contrassegnati dai nomi delle vie ma da numeri. Le strade si dividono in “roads” e “streets” con numero annesso. Es.: io risiedo nella ROAD 2 di MQ. Il problema grave e’ che i numeri sono stati assegnati alle strade man mano che le costruivano quindi vanno in successione assolutamente casuale (nella mia zona ho visto che la 2, la 13 e la 9 sono tre traverse consecutive!). Con i civici va ancora peggio…nella stessa strada puoi trovare fino a tre case lontanissime l’una dall’altra con lo stesso numero. Il problema postale comunque non si pone semplicemente perche’ i postini consegnano solo in uffici e aziende e non in abitazioni private. Ho provato ad obiettare che cosi’ un pensionato non potra’ mai ricevere una cartolina e la risposta e’ stata: puo’ fare richiesta per una casella postale. Tempo d’attesa previsto: 10 anni!
FUORI CLASSIFICA:
A). Bussano alla porta del mio studiolo ed entra un indiano che mi chiede se voglio un caffe’. Dato che, prima o poi, con costoro dovro’ pure socializzare rispondo “volentieri!” e mi metto a cercare in borsa qualche buffa banconota locale per offrire il caffe’ e rendermi simpatica. Mi giro e il tipo e’ sparito. Arriva 5 minuti dopo con caffe’ e bicchiere d’acqua su un vassoio. Da allora ogni 2 ore passa a chiedere se voglio qualcosa da bere (ahime’ sono esclusi gli alcoolici…). Ho scoperto che lo studio l’ha assunto con questo solo e specifico compito e che sulla sua carta d’identita’ alla voce “professione” c’e’ scritto “TEA BOY”. Che dire?
B) Parlando di alcool: negli alberghi ed in alcuni ristoranti si puo’ bere. Fin qua tutto bene! Nei supermercati non vendono alcool e questo e’ fastidioso se vuoi bere una birretta a casa ma esistono dei negozi speciali che si chiamano “African and Eastern” che vendono vino e simili. La tragedia e’ che per comprare alcolici serve una licenza con validita’ biennale che va richiesta alla R.O.P. (Royal Omani Police) presentando la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente poiche’ non e’ permesso spendere in alcool piu’ del 10% del reddito mensile medio!!!
In sostanza puo’ comprare una bottiglia di vino solo chi:
- non e’ musulmano
- ha un lavoro
- lavora da almeno un anno o e’ dipendente con busta paga
- capisce il diabolico sistema e si accolla tutta la burocrazia necessaria
Inutile dire che, se sfori la tua quota, si blocca tutto e non puoi piu’ comprare neanche una Becks…