Saturday, April 30, 2011

GITA FUORIPORTA

Report parziale di una "gita con ospite veronese" che, probabilmente, e' rimasto parecchio perplesso dalle mie attivita' del weekend.

Highlights:
  • Merenda nel Majilis dello Sheikh di uno dei paeselli lungo la costa verso Sur che ci ha rimpinzati di frutta, caffe' e datteri fin quasi a morirne. Inutile dilungarsi sull'arredamento: tappeti e cuscini ovunque, armi da fuoco e da taglio in bella vista, ritratti del Sultano (e, vista per la prima volta, foto d'epoca del babbo del Sultano che era identico a lui ma in versione cicciona.)
  • Comparsa di curiose macchie fucsia sulle membra opalescenti dell'ospite veronese che ammetto di aver esposto al sole piu' di quanto fosse prudente.
  • Smarrimento in zona impervia e scoperta di una misteriosissima "proprieta' privata" con sistemi di sicurezza da Fort Knox nell'assoluto NULLA.
  • Solita passeggiata a Wadi Shab con momento di panico quando l'ospite e' rimasto incastrato con la testa nell'apertura della grotta. C'era in effetti acqua piu' alta (o bassa, non ho mica capito) del solito il che ha reso il tunnel d'accesso STRETTISSIMO (vedi foto scattata in condizioni di normalita').


Il vero momento "Omani Random" del weekend e' stata pero' l'esclusiva battuta di pesca con i butei del villaggio. Ringrazio gli ineffabili Rashid e Grezzolo (tutti lo chiamano cosi e lui risponde; il vero nome me l'hanno detto almeno 5 volte ma continuo a dimenticarlo) che ci hanno regalato una mattinata surreale. Avete presente le battute di pesca d'altura in yacht che organizzano a Muscat? Quelle cose super-stilose per cui i turisti americani ciccioni pagano 500 dollari al giorno?

Ecco, la nostra mattinata a Ras Al Hadd e' stata una cosa leggermente diversa.

L'interessante programma prevedeva -

1. Breve gita sul retro di un pick up fino alla spiaggia. Arrivo all'area di partenza.
Notare il prestigioso Landcruiser nel suo box.

Visto di fronte:



Visto di fianco:



Vi chiederete a cosa serva. Elementare: il pratico veicolo viene tenuto parcheggiato in spiaggia per due specifiche attivita'.

La prima e' tirare le barche in mare:



La seconda e' spingere le barche in mare. Da notare la sobria essenzialita' del natante.



La foto qui sotto ahime' e' venuta lontana e sfuocata ma se la ingrandite a modino e vi concentrate su quelle due cose verdi che sembrano una palla di alghe galleggiante, magari capite cos'e' (o meglio cosa sono). Io ho avuto un momento di grave sconforto.

Premessa: Grezzolo e Rashid passano gran parte dell'inverno a contatto con turisti italiani che, al solito, esportano cultura e raffinatezza.

Ad un certo punto Rashid inizia a gesticolare, indica questa cosa verdastra in mezzo al mare e mi urla:

"Alessandra: tartaruga bunga bunga"

Mi sono chiesta quale dei due fosse il vero momento "National Geographic": le tartarughe che trombano o un pescatore omanita di villaggio che non parla alcuna lingua in modo intelleggibile ma e' stato istruito da qualche turista sul significato del termine "bunga bunga". O tempora o mores.



Per chi chiedeva di Khawr Grama (o come diamine si scrive) cioe' Claire, Gui, Simon e Ross: siamo stati, e' una specie di Banda Khairan e nulla piu'. Non vedo perche' uno dovrebbe farsi tipo 5 ore di barca per andarci da Muscat. Foto qui sotto.



Notare sopra il delfinamento totalissimo, roba da centinaia di cetacei, e, in basso, le prove sott'acqua della mia nuova macchina fotografica.

Nel frattempo purtroppo non ci sono foto di me che pesco perche' nessuno ne ha volute fare. Sulla fiducia vi dico che, pur essendo l'unica del gruppo a non mangiare pesce, sono stata l'unica a prendere due tonnetti (Pignolo dopo aver visto la foto ha urlato KATZUO e chi ha orecchie per intendere intenda).



Il riposo del pescatore stanco.



E via, di nuovo sul pick up con i pesci in mano.

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