Monday, February 27, 2012

LA PARTITA DI PALLONE


So che aspettate il reportage dalla Muscat Fashion Week. Vi assicuro che Rossella ha fatto delle foto eccellenti e che, se mi da' il permesso di usarne un paio, me ne occupero' al piu' presto.

Nel frattempo mi lamento. Giovedi scorso volevo andare a vedere Oman-India allo stadio di Seeb. La partita era in programma alle 18:30. Alle 13:15 mi chiama un amico per dirmi che, senza preavviso di sorta, la partita era stata spostata alle 13:30 allo Stadio Sultan Qaboos. Cosi', a caso.

Poco male, abbiamo pensato, ci rifaremo con la partita di qualificazione per i Mondiali.

Oman-Thailandia, mercoledi 29 alle 18:30.

E invece no: hanno cambiato orario di nuovo. Ecco il simpatico comunicato della Oman Football Association:

"With just 4 days to go till the big game against Thailand, work is underway to make sure that the National Team have as much support as possible when they kick off (Wednesday 29 February, Kick off 1.30pm, Sultan Qaboos Stadium).

With the kick off time finally confirmed – further marketing efforts are underway – with street teams handing out flyers and match tickets to fans in Muscat, and with adverts promoting the games going out to make sure everyone knows about the kick off time.

The OFA are also providing paper hats for every supporter who attends to help keep the sun out of their eyes as the game is played out.

And the OFA will confirm tomorrow of three locations across Muscat where supporters can buy the VIP tickets (that include food and drink at the game, as well as the best seats in the stadium (in the shade!)).

To show your support for the Oman National team, like the “Oman National Football Team” on Facebook."

Insomma, a 4 giorni della partita hanno cambiato orario in un simpatico pausa-pranzo di un giorno lavorativo e non hanno ancora deciso dove vendere i biglietti VIP per i posti all'ombra. Pero' fanno volantinaggio e forniranno utilissimi cappellini di carta (???) per guardare la partita sotto il sole. Alle 13.30. Forse.

Ripeto: partita di qualificazione per i Mondiali 2014. Non torneo di calcetto inter-parrocchiale.

In sostituzione del partitone, mi propongono un concerto all'Al Bustan. Mercoledì sera si esibisce tale Fabrice di Falco, uno dei pochi soprani-uomo (se si chiamano così) in circolazione. Col dovuto rispetto, il concerto di musica creola e barocca (non so se creola e barocca contemporaneamente) di un novello Farinelli non è un'alternativa al Sultan Qaboos Stadium coi cappellini di carta. Uffa.

Thursday, February 23, 2012

MUSCAT FASHION WEEK

Sono in ritardo col reportage dalle sfilate. Prendetevela con Rossella che si è auto-nominata fotografa ufficiale dell'evento presentandosi con attrezzatura professionale (sopravvissuta per miracolo ad un'imbarazzante volo dalla tribuna della fotografa che è rotolata di un livello con sonora culata a terra). Le mie foto, al solito, fanno schifo. Se lei non mi fa un collage di vestiti d'oro e buffi copricapi, io non posso scrivere. Tuttavia una visione d'insieme di cappelli, turbanti et similia ve la posto.

Notare in primo piano la scatola del pandoro Bauli ricoperta di stagnola dorata.

In other news, sono in missione per conto di me stessa e del mio disastrato conto corrente. Sto cincischiando in attesa di andare in banca per una transazione perlomeno complessa.

Oggi alle 19, al Seeb Stadium c'è la partita di pallone. Oman-India ovvero lo squadrone del Sultanato contro una nazione di un miliardo di abitanti tra i quali nessuno riesce a trovarne 11 che sappiano giocare a calcio. Per le implicazioni sociologiche (più che per il valore sportivo), stavo pensando di andare. Nel frattanto buon giovedì.

Monday, February 20, 2012

INTERMEZZO/CONCORSO

Avete presente i collages che circolano in questi giorni su FB? Quelli con le foto "Come mi vedo io", "Come mi vedono gli altri", "Cosa faccio in realtà"?

Sapevo che era solo questione di tempo prima che ne spuntasse uno sulla vita in Medio Oriente.

Eccolo.


E' carino ma non è sufficiente. Si può fare di meglio. Io non sono capace perchè, se solo apro Photoshop, mi viene il mal di testa ma so che fra i lettori c'è gente preparata. Ne voglio uno sull'Oman. Sono felice di fornire foto e idee.

Metto in palio un aperitivo al Left Bank per il migliore.

(nel frattempo preparatevi, domani sera io e le mie amiche galline andiamo alla Muscat Fashion Week, seguirà un reportage).

Monday, February 13, 2012

FASHION IN MUSCAT

L'estate scorsa mi ha scritto una connazionale. Una fra i tanti, tantissimi, troppi italiani che googlano "diventare schifosamente ricco in Oman", finiscono su questo blog e poi mi scrivono con tono inquisitorio domandando che io li assista nel mettere in pratica le loro idee mediamente insensate. La signorina in questione aveva un sogno. La moda. Nello specifico "moda italiana per la donna araba moderna". Della corrispondenza successiva riporto solo un meraviglioso paragrafo:

"Quando Lei mi dice che il mercato nei distretti di Muscat e Salalah è limitato che intende? Pensa possono essere dei buoni distretti per negozi alla moda? Ho comprato delle guide e sto facendo ricerca, ma credo che solo visitando il posto mi renderò conto dei potenziali clienti e dei negozi. Lei che negozi mi consiglia di vedere? Sembrerà una domanda strana, ma per le mie creazione è davvero importante che io assorba quanto di più possibile e vorrei tornare a casa con un bagaglio di cose viste, di esperienza a me estremamente utile."

Residenti a Muscat, state cercando di ripulire lo schermo del PC dal caffè che ci avete sputato sopra scoppiando a ridere come imbecilli? L'ho fatto anch'io, non vergognatevi.

Cara amica, fattene una ragione: Muscat non è quel che chiami un "Fashion Hub" ma, forse, piano piano, le cose iniziano a cambiare. Nell'ultimo mese ho avuto il discutibile piacere di presenziare a una serie di eventuncoli nel settore moda.

1. La sfilata di moda di un paio di colleges che paiono avere corsi di fashion design.

Dichiaro "Colours of Oman" il più tragico fallimento organizzativo del 2012 (lasciate perdere che l'anno è appena iniziato, hanno già stravinto). Modelle raccogliticce, modelli ATROCI - tra cui segnalo il cantante siriano tarchiatello che ci aveva intrattenuti per l'ora abbondante di ritardo sull'inizio della sfilata con una serie di nenie intollerabili, riciclato in modello con un'inquietante cappottino da cavaliere crociato. Segnalo anche un momento di panico all'esplosione di un riflettore seguita da vetri in passerella al passaggio dei due infanti a piedi nudi testimonial della moda bimbo, il sound system a puttane per cui hanno suonato 4 volte di fila la stessa canzone, una presentatrice omanita trovata non so dove e un disgraziato stilista nipponico, l'ospite d'onore di cui nessuno nell'organizzazione riusciva a ricordare il nome (ho notato solo io che era scritto in caratteri alti 30 cm sulla parete?) e a cui ci si è riferiti per tutta la serata con l'appellativo "the Japanese designer".

Quando pensavo che non si potesse far peggio, è apparsa in passerella la manager dell'agenzia di modelle (sì, esiste anche questo in Oman), che ha dato il colpo di grazia alla vicenda.

"So che state tutti aspettando con ansia i "performers" (occhiate confuse tra me e i miei amici, ignari di tutto), beh, non sono arrivati. Venivano da Dubai, li hanno fermati al confine e li hanno rispediti negli Emirati rifiutando di farli entrare in Oman. Ma non c'è nulla di cui vergognarsi. Succede."

SUCCEDE? Ma cazzo, chiedi a 'sta gente come è messa coi visti prima di ingaggiarli. E' il tuo cosiddetto lavoro!

Voto: 2.

Tragica foto di gruppo della passerella finale. Donne, rifatevi gli occhi, specie con la camica a dx.

2. La Silata di Lingerie.

Mentre mi riprendevo da Colours of Oman, ricevo una mail in pessimo inglese che mi invita a una sfilata di "LINGARIE" e, inter alia, mi chiede di confermare la mia presenza con un acronimo di lettere scelte a cazzo tipo RTSBT.

Come non andare?

Villa "palatial" e modelle semi-anoressiche minorenni che, nell'attesa, fumano bevendo Coca Light in giardino in accappatoio. Pubblico di sole donne e sfilata chiappe al vento nel salone. Petali e lucine natalizie per tutti.


Notare le casalinghe ricche che occhieggiano mutande che molte tra loro farebbero meglio a non mettere.

Nota di merito per la presenza di alcolici. Per cominciare sushi (che a me personalmente fa cagare) e prosecco con i lamponi. Secondo me la tradizionale fragola era meglio ma, dato che i lamponi qua costano tipo 40 euro al kg, rispetto lo sforzo nella ricerca di uno stile opulento. Però, cuore mio, sei sicura che la frittata con le cipolle (o quel che era) sia il completamento migliore di questo buffet?


Voto: 8 perchè sono acida ma la casalinghe hanno fatto funzionare tutto a perfezione. Altro che l'agenzia di modelle...

3. Presentazione della collezione Corto Moltedo al Chedi.

Sala riservata, alcolici, solito sushi, macaroons (dolcetti odiosi) e borsette ingiuriosamente costose. Carine, per carità, ma di questi tempi solo nel Golfo puoi pensare di vendere un coso in sughero che pare un portaocchiali con la tracolla a 1000 euri...

Avvocato H. in un momento di (credo e spero) ubriachezza, ne ha comprate due. A mille euri cadauna. Senza parole.

Voto: location e rinfresco 8. Schiaffo alla miseria, non qualificabile.

E adesso tutti a prepararsi per la Muscat Fashion Week che, come tutte le settimane che si rispettano, dura 3 giorni. Riyam Park, 21-23 febbraio.

Wednesday, February 8, 2012

BRABUS???

Domanda del giorno: qualcuno di voi aveva mai sentito parlare di una società del settore auto di nome Brabus?

Beh, io no. Però l'altro giorno, mentre giravo intorno al mio palazzo in cerca di parcheggio, ho visto questo:

Nella foto mancano i due omaniti gongolanti che giravano intorno a questa mostruosità apprezzandone i raffinati dettagli come la scaletta di accesso e la gigantesca ruota di scorta che occupa 2/3 del cassone. Non si capisce nemmeno bene quant'è grande e soprattutto alto l'ottimo Brabus. Basti sapere che, mentre passavo in Scatola, mi pareva di essere in Panda.

Voglio sapere (a) cos'è e (b) quanto costa questo coso.

(Il sito ufficiale di Brabus che, a parer mio, è innavigabile mostra un veicolo simile in una presentazione in flash ma non dà info di alcun genere.)

Tuesday, February 7, 2012

SOLO QUA

Mi e' appena arrivata una mail da un dirigente di una compagnia petrolifera.

Devo condividerla.


"A new fuel tanker arrives on location somewhere in the Middle East. The HSE manager tells the fleet supervisor to ensure that the tanker is clearly labeled “Diesel Fuel” and “No Smoking” in Arabic.

This is what he got………………….."


Sunday, February 5, 2012

GUEST POST IN ENGLISH (THANKS EMILY!)

Em, apologies for the delay but I had no Internet connection at home. I realised I NEVER paid my Nawras bills since I have WiFi and the evil people there disconnected me during a public holiday :( Better late than never...

As the only words (and phrases) of Italian I know are either not repeatable or downright offensive, I'll have to write this in English. Though I must add up-front that my 'choice' Italian phrases are the teachings of my friends and not sourced from some random google site.

OK, I'm digressing already....

This is a truly remarkable (or perhaps unremarkable for Oman) tale of a cake. Not just any cake I hasten to add, but a really quite 'ab-fab' cake, the likes of which I've never seen before. From a rather ordinary bakery in Bareeq al Shatti (we can't say which as Ale ate the evidence), this is really beyond the normal Oman-bling.


Celebrations were being held for H's birthday at Sama Terrace. Originally planned as a surprise but later, due to the crazy schedules of lawyers, had to be planned. One cannot have one's friend turning up to their own birthday celebration in jogging bottoms and a t-shirt on the basis that they thought they would be at home with a friend making lasagne for the evening.

Anyway, I meet A. in XX bakery, take a sneak-peak at said (amazing) cake and listen to the ridiculous story of the rules and rituals involved in bringing "a cake from outside" to a birthday celebration at Park Inn. This is apparently an unusual request and not one they normally like to entertain because they succeeded in making it as difficult as possible. Please bear in mind we're talking about a birthday cake here, not a gram or two of plutonium. So, what we had to do was arrange to meet a man called Elvis (on hearing this I have horrible [unprintable] images of who or what this person might look like) and sign a disclaimer form (I'm still not quite sure for what exactly) and leave the cake in a fridge a million miles away from the bar, to be procured later in the evening.

After a precarious trip involving balancing the prized cake at every twist, turn, lane-change and speed-bump, we arrived with an undamaged cake and ventured to reception, where we were supposed to meet Elvis. A confused man at reception hears our story and looks at us blankly when we mention the name. It appears that he doesn't know anybody in the hotel called Elvis and looks equally blank at the mention of a disclaimer form. We exchange grimaces whilst the man buggers off to serve another customer (I do love that about Oman). All this has taken a whopping 10 minutes - and I need a drink! Meanwhile, another person appears (still not Elvis).

At least this person seems to have a semblance of a clue and whilst he also doesn't seem to know the increasingly mysterious Elvis, he does appear to know about the disclaimer form and hurriedly prints out about 20 copies of them.. not sure why, since we only need one.. Another 5 minutes. He starts asking us what our plan is, so we re-tell the story. Damn.. where's my glass of vino rosso?? He tells us the cake will be stored downstairs and that we'll need to come and collect it when we want it. What?! OK then, we'll just take it up to the terrace and have it on the sofa next to us. No, apparently that's a bad plan, somebody might sit on it or it might melt (or some other cake-catastrophe).

Finally, we get the disclaimer form only to find it's the wrong form - something to do with a credit card authorisation. I'd have given up and signed anything by this point, but A. is a lawyer and somewhat more astute. The form is abandoned. Another 5 minutes. Finally, as if by magic, Elvis appears. I wish I'd had a camera. There was no white suit, but the hair was an 'attempt' at a quiff and the combination of dark suit, bright red shirt and white-ish patterned tie was really something else. Perhaps he'd have looked good in miniature as an Elvis-gnome in our friend's new 'garden' in Muscat Hills.

Mr Elvis escorts us upstairs and appears to be somebody with a clue. The phrase "don't worry, we'll sort everything out for you" and "we'll look after you" were uttered far too many times to be credible (I won't divert into the subsequent lack of attention and the stupidity of appearing with the plates before the "surprise" cake). And a polite reminder that "we don't normally allow cakes from outside". Clearly this man needs an education in the difference between a hotel sponge and a pink CC piece of art... not to mention a life!

By the way, 25 minutes later I finally had my red wine. :-)