Saturday, October 31, 2009

DILEMMA

Sono in studio. Aspetto. So che sembra che io non faccia mai un c*zzo ma la verita' e' che devo riempire i tempi morti dovuti alle smagliature spazio-temporali che si creano ogni volta che si devono tradurre tre righe dall'arabo in inglese o viceversa.

Non vado in palestra da mesi (due abbondanti). Oramai ho la consistenza di una medusa. La situazione e' disperata e oggi era stato scelto come il giorno adatto a porre rimedio alla mia scarsa voglia di fitness. La settimana scorsa sono andata a prendere il programma dei corsi (gia' questo e' stato uno sforzo disumano) e stasera c'e' Cardio-Combat-Fit-Pump-qualcosa col simpatico filippino cubico che io chiamo Fernando o Alfredo a seconda delle occasioni. Nessuno dei due e' il suo vero nome che forse potrebbe essere Alfonso. O forse no. Mi manca Maura! Perche' e' tornata in Italia? Lei sapeva tutti i nomi dei filippini della palestra e anche della russa tristissima che parlava come Ivan Drago sotto psicofarmaci.

Il problema e' che Kerry mi ha chiesto se mi unisco ad una serata di birrette e gossip al Crowne Plaza. Che faccio? Palestra, birrette o entrambe? In effetti il Crowne Plaza e' piu' bello dell'orrida palestra Horizon Fitness...

Friday, October 30, 2009

UN GIOVEDI DA LEONI (E UN VENERDI DA C*GLIONI)

Giovedì mattina: sveglia alle 6:30, ritrovo al distributore Shell di Azaiba alle 7:30.

Si parte con le Wahiba Divas per le qualificazioni della gara nel deserto. Un'ora dopo siamo in una zona desertica imprecisata (e mediamente brutta) vicino ad Al Sawadi. La cosa più simpatica è la fitta presenza di cespugli secchissimi. Sapete vero cosa succede se inavvertitamente ci si ferma con la macchina surriscaldata sopra un cespuglio secco? Esatto: la macchina va a fuoco!

Ritroviamo tutti i compagni di sventura del weekend nel deserto di un paio di settimane fa. Tutti (noti e ignoti) chiedono notizie della macchina che abbiamo fracassato l'ultima volta. Sgonfiaggio gomme e via. Riusciamo a passare i tre check point segnalati dalle coordinate GPS in un'ora e quaranta. Il tempo massimo per qualificarsi era 4 ore. Praticamente dei fulmini.

Apro una parentesi: le Wahiba Divas sono delle graziose sciure bionde che paiono uscite da Desperate Housewives versione Muscat. Mi chiedevo da tempo come gli fosse venuto in mente di partecipare alla gara nel deserto. Dopo 3 minuti in macchina con Leslie al volante mi sono ricreduta/confusa ulteriormente. Le sciure guidano come dei c*zzo di beduini! Non so come abbiano fatto ad imparare e non capisco perchè abbiano iniziato ma sono DA PAURA!

Finito il tutto, rapido ritorno verso Muscat e tappa al volo al Dive Centre per l'esame dell'Open Water. Fatto. Passato. Ecco un altra qualifica da unire alla mia collezione di certificati inutili :-)

Passo da casa. Rapida pennica, doccia, cambio d'abito e via alla festa in piscina dell'Avv. scozzese cinico. Eroe della serata l'ex ambasciatore omanita all'ONU che ci ha intrattenuti con aneddoti esilaranti sul "vecchio Oman" pre-1970. Pare che la prima volta che i beduini videro un militare inglese su un fuoristrada cercarono di nutrire la Land Rover a paglia convinti che fosse una specie esotica di cammello!

Bevo un po' troppo. Riparto per il pub dell'Intercontinental, saluti e baci con Aleta, un'amica australiana che ha deciso di tornare al mondo civile e abbandonare per sempre il Medio Oriente.

Ordino un paio di bevande.

Passo da casa a recuperare abaya e cappello e vado alla festina.

Sono le una e mezza. Comincio a spegnermi ma bevo una cosa col vicino americano che, al solito suo, è già pieno come un uovo.

Alle 3 mi trascino a casa e svengo.

Bene, questo era giovedì. Occhio al venerdì adesso:

Appuntamento con Simon e il nuovo arrivo, il musico italiano Fabio, per pranzo da Darcy's.

Partiamo per lo Yacht Club per esercitarci col nostro nuovo giocattolo, la barca.

Scopriamo che Simon ha dimenticato a casa le chiavi della barca. Originali e copie. Simon ovviamente abita dall'altra parte della città. Facciamo un bagno e una breve pennica in spiaggia e torniamo a casa. Uffa...

HALLOWEEN


Durante i preparativi per il giovedì da leoni, mi sovviene che sono stata invitata ad una festa di Halloween. In costume. Che palle, mi mancava solo questa! Opto per la buona vecchia abaya (il mantellone nero da omanita) e un cappello a cono. La strega.

Mi reco a comprare del cartoncino nero per costruire il cappello. Mi prende l'ansia. Ricordo di aver costruito numerosi cappelli da strega, mago, fata e affini quando ero all'asilo. Cambiava solo il colore. Purtroppo non mi ricordo assolutamente come si fa e, ad essere sincera, non ho voglia di perdere tempo per questa boiata.

Questo è l'Oman, per Dio! Noi non facciamo nulla da soli, assumiamo gente per fare cose al posto nostro. Decido di rivolgermi ad un professionista e chiamo il vicino Michele. Un bravo architetto saprà come fare. Il tempo di arrivare a casa sua col cartoncino e l'ottimo Michele ha già creato un complicatissimo progetto in 3D che ruota sul suo laptop in un turbine di effetti speciali.

Lui: "Ale, stai serena, non è più di un'ora e mezza di lavoro."

Io: "Ma come un'ora e mezza? Non possiamo semplicemente fare un cono a caso e poi tagliare il bordo inferiore?"

Lui: "Ma sei pazza? Ho già calcolato l'altezza, la corda, blablabla, il punto A', blablabla, l'equidistanza, blablabla, e dobbiamo seguire il progetto."

Io: "Vabbè, se dobbiamo metterci una serata vado a prendere birra e patatine così almeno ci passiamo via."

Un'ora e mezza e un paio di Budweiser dopo (!!!), aggiunta la stella d'argento, il cappello è pronto.

CAPOLAVORO! Il miglior cappello da strega che io abbia mai avuto. Praticamente perfetto.

Grazie Michele.

Ora dovresti trovare il modo di appendere le stampe che ho comprato in Cambogia e giacciono in un tubo di paglia da agosto. Ah, il lettore CD della macchina non funziona e, in seguito ai tentativi di un amico (che conosci ma non voglio umiliare pubblicamente) ora ci sono dentro 2 CD e non riesco a tirarli fuori. E mi paghi tu la Nawras? Io mi stufo! Grazie :-)


Sunday, October 25, 2009

WAHIBA CHALLENGE




12 e 13 novembre, a quanto pare, si parte per la Wahiba Challenge, la grande gara nel deserto. Con l'incoscienza del dilettante e una cospicua scorta di prosecco (ho iniziato gli acquisti stasera), Chiara e io ci prepariamo a questa nuova e mirabolante avventura. Allego sopra la mappa del percorso della WC 2008...Rassicurante...

Metteremo in vendita gli ambitissimi biglietti per il "Blue and Silver Ball" a casa dell'Ambasciatore Inglese che si tiene il 12 sera e che eravamo miracolosamente riuscite ad aggiudicarci e via...di nuovo nel deserto...

Il regolamento della gara, la documentazione da presentare e i test preliminari rendono la partecipazione leggermente più macchinosa della costruzione di una bomba atomica ma non ci scoraggiamo.

Siamo state adottate dal team tutto al femminile delle WAHIBA DIVAS. Per qualche motivo mi ricorda Priscilla, Regina del Deserto. Incurante del fatto che rischiamo la vita, penso da ore a come vestirmi per l'occasione! Accetto consigli anche su questo. Vi ricordo che aspetto anche suggerimenti per il nome della barca. Volete assistermi in questo momento complesso per favore?

Per il resto studio per l'esame scritto del PADI (che rimando da 3 settimane...) e leggo manualetti di nautica. Per fortuna Alastair, l'avvocato scozzese cinico, oggi mi ha fornito un po' di vocabolario basilare (poppa, prua, babordo etc.) quindi progredisco rapida nell'apprendimento. Abbiamo discusso a lungo sul fatto che in italiano "poppa" è un simonimo di "tetta".

Sul fronte mondano segnalo la surreale serata Oktoberfest di mercoledì sulla terrazza del Grand Hyatt. Orchestrina bavarese importata per l'occasione, birra illimitata e porco a volontà. In Oman. Ho mangiato uno stinco...roba mai vista da queste parti! Meraviglioso.

Giovedì cena sociale della comunità belga sulla terrazza del Park Inn Hotel. Cozze o stufato, onnipresenti patatine fritte e alcolici ad libitum. Cosa sta succedendo nel tranquillo Sultanato? Ovunque vada, mi mettono su una terrazza e mi riempiono di bevande...

Saturday, October 24, 2009

MOBILIO




Ricorderete, spero, il salottino a tema calcistico e l'atroce divano d'argento. Oggi vi presento un pezzo di arredamento di indubbio interesse. Lo si vede in quasi tutti i ristoranti di fascia medio-bassa della zona MQ-Al Khuwair. I più pregevoli si segnalano alla Grill House (che, a dispetto del nome, NON fa grigliate) e al losco ristorante iraniano accanto alla moschea su Death Valley Road. Trattasi di una credenza sovrastata da un acquario lercio e pagodiforme abitato da un particolare tipo di pesci orribili. Perchè?


MI SONO FATTA UN REGALO



In società con due amici abbiamo comprato una barca (vedi foto). Ieri abbiamo ritirato le chiavi e ci siamo dedicati alla "scuola guida". Bello, bello. Restano un paio di questioni irrisolte.

Ad esempio il nome. Pare che cambiare nome alle barche porti male ma dove vado su un natante che si chiama "CAITLIN ANN (PLEASURE)"??? Si potrebbe, a quanto dicono gli esperti di superstizioni marinare, aggiungere un nome. Accetto suggerimenti. L'idea migliore, finora, viene da un genio assoluto che ha battezzato la sua barca "Bella Figa" (vista e fotografata da Rossella e Simon in Egitto).

Altra annosa vicenda sono i prestigiosi manualetti di scienza nautica forniti da Simon. Pubblicati dalla Royal Yacht Association (roba inglese molto posh), sono simpaticissimi e pieni di interessanti figure. Peccato che non ci capisca un c*zzo. Il mio gergo marinaresco inglese non è dei più ricchi come ho scoperto stasera mentre cercavo di studiare sorpassi e precedenze in mare tra imbarcazioni di vari tipi facendo il pedicure al beauty centre sotto casa. Mi sentivo un po' Fantozzi quando gli urlano "Cazza la randa!"

Tra l'altro qui la patente nautica non è necessaria e gli omaniti guidano in mare come per strada (cioè in modo scriteriato e pericolosisssimo). Vediamo un po' come va a finire...

Non dimenticatevi di darmi un idea per un nome decente da proporre al prossimo Consiglio d'Amministrazione dei comproprietari.

Wednesday, October 21, 2009

WAHIBA SANDS OVVERO LA SPEDIZIONE NEL DESERTO

Molti di voi hanno visto le foto su FB quindi non mi dilungo troppo sulla spedizione nel deserto. Volete provarci anche voi? Ecco le regole da seguire –

1. Passate almeno due serate in giro per quartieri improbabili a comprare attrezzature assortite (che poi non userete MAI perche’ quelle degli istruttori, ormai ribattezzati GURU, sono troppo piu’ fighe delle vostre).
2. Alzatevi alle 4:30 di mattina di giovedi’ e alle 5:00 radunatevi presso l’auto che avete noleggiato in fretta e furia tramite un amico perche’ il meccanico non vi ha restituito la Hummer per tempo. Caricate armi e bagagli.
3. Godete del motore 4500 (ovviamente benzina) del Landcruiser e percorrete l’autostrada costiera ad una velocita’ media di 180 km/h per giungere in tempo al luogo dell’appuntamento battendo ogni record di guida criminale (Shatti-Al Kamil via Sur: 2 ore e 5 minuti)
4. Giunti in loco sollazzatevi con le prove radio e l’inserimento delle coordinate nel GPS. Sghignazzate con aria di superiorita’ perche’ il luogo in cui di prevede di montare il campo la sera e’ a soli 33 km dalla partenza e avete tutto il giorno per arrivarci.
5. Partenza in gruppone di 25-30 macchine (credo), tappa sgonfiaggio gomme e via sulle dune.
6. Insabbiatevi varie volte e fatevi soccorrere da qualche strano figuro.
7. Nel frattanto impiantate varie volte la macchina di muso e di culo precipitando dalle dune in modo scoordinato. Danneggiate gravemente il paraurti anteriore e un paio di pezzi e pezzetti intorno al faro anteriore sinistro.
8. Distruggete anche il paraurti posteriore e stupitevi quando, dopo una successiva botta piu’ forte della prima, torna a posto da solo.
9. Guidate su e giu’ per le dune per 7 ore. Avrete coperto tra i 25 e i 30 km. NON RAGGIUNGERETE MAI il luogo definito dalle coordinate GPS inserite alla partenza. Montate il campo in un altro posto (tanto sono tutti uguali), stappate una bottiglia di prosecco fresco e allestite un barbecue. Andate a dormire.
10. Svegliatevi alle 5 di mattina, fate colazione e ricominciate a guidare sulle dune. Bottate ulteriormente la macchina e insabbiatevi un altro paio di volte tanto per andare sul sicuro.
11. Quando pensate che non riuscirete mai piu’ a tornare a casa, trovate la pista per uscire dal deserto. Salutate tutti, rigonfiate le gomme e riavviatevi verso Muscat questa volta sulla strada interna nota anche come LA STRADA DELLA MORTE per l'inquietante numero quotidiano di incidenti letali che vi si verificano. Notate che, a causa delle collisioni multiple, l’auto presenta interessanti problemi alla convergenza. Ignorate la vicenda e proseguite.
12. Arrivati a Muscat (senza passare da casa) recatevi direttamente a Wadi Kabir, il quartiere dei meccanici e degli sfasciacarrozze (ci sono anche i carpentieri ma non vi servono). E’ l’equivalente di una domenica pomeriggio in Italia. Cercate disperatamente un meccanico che esegua un intervento cosmetico sull’auto a noleggio perche’ la franchigia dell’assicurazione e’ SPROPOSITATA e non potete restituire la macchina in quello stato.
13. Trovate, dopo lungo peregrinare, il Sig. Al Bustan, genio assoluto e Angelo Salvatore, che vi promette di lavorare per voi dalle 7 a mezzanotte di un giorno festivo. Affidategli l’auto con un sospiro di sollievo.
14. Andate a casa a mangiare (non avete nemmeno pranzato), abbioccatevi sul divano e, 4 ore dopo, trascinatevi nuovamente fino all’altro capo della citta’ a ritirare la macchina. PERFETTA! Ringraziate profusamente il Sig. Al Bustan, la moglie gobba e centenaria e il vecchio omanita su sedia a sdraio in mezzo alla strada che ha monitorato i lavori.
15. Riattraversate tutta la citta’ e consegnate la macchina ad un omanita che dorme sul retro di un pick up nel parcheggio di uno studio di ingegneria. Lui ripartira’ immediatamente (nel mezzo della notte) per le Wahiba a raccogliere campioni di sabbia. Il suo unico bagaglio: un cuscino, un paio di ciabatte e dei sacchetti vuoti.
16. Tornate a casa e svenite a letto

Per tutta la durata del viaggio, ogni 15 minuti (e, con piu’ convinzione, ogni volta che bottate la macchina), alzate gli occhi al cielo e mormorate: “GRAZIE OTE, INCOMPETENTI FANNULLONI, CHE NON MI AVETE RESTITUITO LA HUMMER IN TEMPO PER QUESTA GITA!”.

Saturday, October 17, 2009

3 MINUTI DI...ARABIA SAUDITA

Niente post sul weekend nel deserto finche' non scarico le foto (e cerco di ricostruire quel che e' successo negli ultimi due giorni...). Ho TANTO SONNO e sto aspettando il mio lentissimo praticante omanita. Deve preparare una lettera in arabo al Tribunale di Primo Grado e ci sta mettendo una vita. Nel frattempo sto dando un'occhiata ai giornali locali.

Cari legulei, la domanda del giorno e':

Cosa succede se una compagnia petrolifera scava un buco nel bel mezzo del deserto e lo riempie di petrolio (non chiedetemi perche') e una partecipante ad un concorso di bellezza disgraziatamente ci cade dentro trovando prematura morte?

La risposta e' sempre quella: CAUSA! CAUSA! CAUSA!

La peculiarita' della vicenda e' che si tratta di un concorso di bellezza PER CAMMELLI.

A court hearing is scheduled next Monday to look into a SR1 million [$268,096.51] compensation lawsuit against Aramco, the giant oil company, for causing the death of an alleged beauty contest female camel. The well-bred 3-year-old black camel died when she tripped into a big hole that Aramco had dug and filled it up with crude oil in a desert pasture land, 250 km west of Ahsa, camel owner Abdullah Al-Saiari said. “She was part of the Camel Beauty Contest.” The court had earlier sent a letter to the contest administration inquiring about the actual price of the dead camel on which it would base its verdict. After deliberating with a panel of expert camel appreciators, the administration put SR1 million as a price tag for the dead camel.

SOPRAVVISSUTI

Brevissima nota per comunicarvi che sono tornata a Muscat sana e salva dall'ottimo weekend nel deserto.

Ovviamente ci sarebbe molto piu' di questo da raccontare ma rimando ad altro momento.

Tuesday, October 13, 2009

REVISIONE




Con revisione intendo revisione dell’Hummer per la traversata del deserto. Stamattina all’alba mi sono recata al Service Centre del Gruppo OTE. La cosa, al solito, si e’ trasformata in in delirio. Il senso della realta’ di costoro si afferra pienamente guardando la mappa del garage che hanno pubblicato sul loro sito (garage che stranamente chiamano Body Shop come i negozi di cosmetici…). Notate che l’utilissima cartina include ben 4 nazioni!

Ad ogni modo mi reco nella solita sezione del mega garage dove, dopo 20 minuti di conciliaboli, mi comunicano che devo fare un “Major Service” e non un “Normal Service”. Gli rispondo che non solo lo sapevo benissimo ma gliel’avevo pure detto appena arrivata. Qui iniziano i problemi.

Omanita: Go out, Zibruli’.

Io: What? I go out? Other place? (l’inglese semplificato e’ necessario in queste conversazioni)

Omanita: Yes. Zibruli’

Io: Where?

Omanita: Out gate. Left. Zibruli’

Io [stizzita]: What is Zibruli’? Ziguli’? Zurli’? What you mean?

Omanita [chiama un altro omanita e iniziano a salmodiare in coro]: Zibruli’, Zibruli’, Zibruli’

Io: [perplessa]

Loro: [mi guardano come se fossi cretina]

Secondo Omanita: Out. Gate. Left. First gate left. Zibruli’

Decido di tentare la sorte. Esco dal cancello, giro a sinistra e, poco dopo, vedo il cancello GM-Hummer-Isuzu. Mi avvicino e chiedo alla guardia se e’ il posto giusto per un “Major Service” e farfuglio (piu’ che altro per curiosita’) “Zibruli’ here?”.

La guardia mi fissa come se fossi cretina (e dagli…), indica un cartello ed esclama “Zibruli’”!

Mi giro e lo vedo. Imparare a pronunciare CHEVROLET gli fa schifo???

Monday, October 12, 2009

NON HO TEMPO



Sto trascurando il blog. Non ho tempo. Ho abbandonato per qualche settimana la mia vita decadente negli hotel a 5 stelle per darmi ad attività più "dinamiche". Dal mio ritorno dalla breve vacanza veronese mi sono data alle immersioni. Su FB trovate la mia prima foto subacquea. Bello , bello.

A seguire, corso teorico di guida su sabbia con un inquietante figuro dal nome russo che lavora per la maggiore società petrolifera locale. Giovedì e venerdì con un equipaggio raccogliticcio (io, Chiara, l'Ingegnerino e forse Simon) e un equipaggiamento tutt'altro che professionale, affronteremo la PRATICA. Tanto per cominciare, passeremo due giorni ad attraversare le Wahiba Sands da est a ovest. Una roba semplice... (vedi foto). Tempo previsto dal sergente del KGB: 7 ore di guida su dune il primo giorno. Il secondo non so bene. A seguire campeggio (e qui non ci fregano, si campeggia con stile: barbecue , Prosecco di Valdobbiadene e Nero D'Avola gentilmente fornito dall'Ingegnerino, ultimo arrivo italico in Oman).

Abbiamo quasi tutto: kit del pronto soccorso, attrezzatura per rattoppare gomme forate, torce, tende, sedie, materassi, posate, guanti da giardino per scavare nella sabbia rovente se (quando?) ci incastreremo tra le dune, Pringles e Ritz per i momenti di sconforto, thermos per il caffè, acqua, acqua e ancora acqua. Ci sono ancora 40 gradi e la disidratazione è in agguato... Mancano la pala (sempre per scavare, non si parla d'altro in questa gita) e cinghie per farci trainare (indovinate quando? esatto: quando ci insabbiamo).

Tra le notizie più allarmanti apprese al corso di teoria (e sorvolo sulla dozzina di modi in cui potremmo morire questo weekend, tutti descritti con una certa dovizia di particolari), segnalo l'atteggiamento sempre più ostile dei beduini. Costoro paiono non avere simpatia per questi grupponi di bianchi in 4x4 che scorazzano nel deserto spaventandogli i cammelli. Come dargli torto? Per non farli scappare, ai cammelli vengono legate le zampe anteriori e, se in preda al panico iniziano a correre, si spezzano le zampe.

Per stare tutti più sereni, il governo omanita ha istituito un Numero Verde da chiamare per segnalare la presenza di beduini aggressivi. NON STO SCHERZANDO.

Tra me e me già fantastico di una battaglia campale su e giù per le dune tra beduini impazziti e petrolieri inglesi che si affrontano a colpi di pale e crick mentre io, nella mia stilosa tenuta beige da deserto, corro verso la più alta delle dune circostanti a chiamare il Numero Verde.

E' da ieri che non penso ad altro. Una scena tipo Lawrence d'Arabia dei poveri.

Nel pochissimo tempo libero procedono le complesse negoziazioni per l'acquisto della barca.

Che altro? Cene, feste da ballo, spettacoli teatrali e altre varie amenità riempiono tutto il prossimo mese. Resta il fatto che se non mi vedete online sabato, potete iniziare a preoccuparvi. Alla lezione di GPS non sono stata attentissima. Cazzeggiando con il Sismologo Argentino (colui che mi ha trascinata in questa follia) ci siamo convinti di aver configurato il suo GPS in modo impeccabile ma chissà...un conto è capire dove siamo mentre chiacchieriamo allegramente in centro a Muscat, ma uscire dal deserto è una roba diversa...

Sunday, October 4, 2009

DAL BENZINAIO

Sono andata a fare il pieno all'Omanoil sulla Al Inshirah. Non vi dico quanto ho speso per non rovinare la domenica dei residenti in Italia ma, sotto la solita lista di divieti (non fumare, non usare il cellulare, non riempire barili ecc.), ho scoperto un capolavoro. No self service. Va bene, figurati se mi metto a fare benzina da sola... poi ho visto il disegno. Perchè l'omino si sporge così dalla macchina? A chi potrebbe venire in mente di fare una roba del genere? E poi cosa sta guidando? Una Trabant?


Saturday, October 3, 2009

SOCIAL LIFE OVVERO NOTIZIE INUTILI SULLA MIA VITA

Approfitto della giornata lavorativa interlocutoria (cioe’ passata a telefonare a gente che non mi risponde e ad aspettare gente che non arriva) per scrivere due righe. Vengo da un weekend delirante ma molto spassoso. Vi risparmio resoconti dettagliati pero’ e’ il caso di dire che giovedi’ ho fatto la mia prima immersione in mare e sono ancora viva nonche’ in buona salute. Molto bello, decisamente molto bello…peccato che si parta alle 8 di mattina che, durante il weekend, e’ un orario per me proibitivo. Ho visto tartarughe, murene, seppie, calamari e pesci assortiti in quantita’. Non ho visto squali. Si dice che Chiara, da questo punto di vista, porti male. Quando c’e’ lei non ci sono gli squali. Per questo motivo io la apprezzo moltissimo. Devo ancora capire tutta la voglia che hanno gli altri divers di vedere squali su squali…forse mi verra’ con l’esperienza.

Per la sezione "notizie irrilevanti sul mondo subacqueo" dovete sapere che per il momento uso l'equipaggiamento del dive centre e le mute mi stanno tutte troppo grandi. Notate in foto che bel personalino slanciato che ho...


Dopo l’immersione, festa in spiaggia al Dive Centre fino a mezzanotte. Segnalo varie risse e una certa quantita’ di gossip di bassa lega. Dichiaro superstar della serata la filippina bassissima che ha aggredito a morsi un’altra filippina un po’ meno bassa perche’ costei stava conversando col fidanzato tedesco panzone della prima. Mi sto ancora chiedendo perche’ hanno buttato fuori la vittima coperta di sangue e non quell’altra (aiutatemi: esiste il femminile di “aggressore”? Secondo me no ma accetto suggerimenti). Ad essere sincera mi sto ancora chiedendo il perche’ di tutta la vicenda in generale.

A seguire mi sono recata ad un’ulteriore festa a Yiti Beach fino a un orario che ritengo prossimo alle 5:30. Qua stendo proprio un velo pietoso di silenzio.

Fast forward. Sveglia faticosissima alle 11:30, cibo, caffe’, altro caffe’ e pomeriggio in piscina da amici. Per concludere, una Corona al tramonto al Crowne Plaza. Da oggi mi metto in esilio per almeno cinque giorni, anzi facciamo tre che cinque mi paiono troppi. Quando ritrovi descrizioni delle tue attivita’ del weekend su meta’ dei blog di Muscat, e’ tempo di ritirarsi a vita privata per un po’.

Varie ed eventuali –

Lulu’: Qualcuno ti da’ ragione. Al Club dei Petrolieri il mio nome sul Guest Pass e’ scritto CINGHALES.

Finalmente e’ tornato Saji, l’eroico uomo delle pulizie che era scomparso per quasi una settimana. Prosegue la saga della sua guerra con Ravi. Siamo in stile Ramayana, epica classica del subcontinente indiano. Potete leggere sul blog di Chiara che Ravi, il di lei invidioso e maligno portinaio/lavatore di automobili, ha diffamato Saji “spiegando” a Chiara che Saji, durante la di lei assenza, si porta in casa delle non meglio definite donne. La fantomatica donna e’ in realta’ la di lui moglie che lo aiuta nelle sue attivita’ (tranne che a casa di Michele dove lavora solo Saji e la moglie, di nascosto, usa la cyclette :-).

Ho il frigo strapieno di cibo. Ringrazio chiunque vegli su di noi per non aver fatto aprire le mie valige all’aeroporto al mio ritorno dall’Italia. Il trionfo del porco. Oltre a 3 o 4 chili di affettati vari e un chilo di pancetta a cubetti, mi sono portata anche un metro e mezzo di luganeghe…Aggiungete parmigiano, porcini, olio e conserve varie (grazie Titti per gli ottimi souvenirs Salvagno), caffe’, polenta e un paio di cose che al momento non ricordo e avrete un’idea di quel che ho trasportato impunemente tra Venezia, Zurigo, Dubai e Muscat. Vedi foto: carrello della spesa, Verona, 22.09.09.




News dagli Emirati: Ho fatto scalo a Dubai andando in Svizzera (il che spiega la bandiera elvetica in cielo). Guardate l’ambizioso progetto della Palma, la super-isola galleggiante. Ad esclusione dell’Hotel Atlantis, visibile sulla punta, non mi sembra che le attivita’ fervano poi molto…tutto buio...



OTTOBRE

Come passa il tempo…siamo gia’ in ottobre e il 26 di questo mese “festeggio” due anni in Oman. Che dire? Pochi giorni fa celebrava i suoi due anni qui una mia amica. Ne discutevamo sul suo blog (e su Facebook e in varie chat...).

Ricordo come fosse ieri la serata in cui l’ho convocata per una birra al Crowne Plaza per chiedere consiglio (a ben pensarci, in effetti, sono stata al Crowne Plaza a bere una birra anche ieri ma non e’ rilevante per questa parte del racconto). Si avvicinava la fine dei miei tre mesi, il periodo che originariamente avrei dovuto passare a Muscat per poi tornare nel mondo vero. Quel giorno a pranzo parlavo del piu’ e del meno col mio capo.

Lui “Allora, tra 10 giorni parti”
Io “Gia’”
Lui “Cosa pensi di fare quando torni in Italia?”
Io “Boh... faro’ un giro di studi legali per vedere se mi offrono qualcosa di interessante”
Lui “Perche’ non ti fermi a Muscat? Avrei un’offerta per te”

[Stephen estrae da sotto il piatto un contratto a tempo indeterminato con stipendio di giada completemante esentasse]

Io: “Hmmm…Fammici pensare…Sto pensando…Vado a bere una cosa al pub e poi te lo dico” (questo e’ un sunto, in realta’ avevo esposto la cosa in modo MOLTO piu’ elegante)

Sto ancora meditando se ringraziare o meno Eternally Distracted per quel che mi disse quella famosa sera al Crowne Plaza.

Io: “Che faccio? Resto?”

ED: “Domanda cretina. Ovvio che resti, come tutti gli altri che se lo chiedono. E, come tutti gli altri, finirai incastrata qua e ci troveremo in questo stesso bar a riparlarne tra due anni e poi tra 5 e poi tra 10 fino a quando saremo due vecchie rincartapecorite.”

Il resto della storia lo sapete Vivo da quasi due anni in un luogo dove ogni giorno vedo qualcuno dire “ORA ME NE VADO, TORNO IN OCCIDENTE“ salvo, pochi secondi dopo, ingobbirsi su se’ stesso mormorando con aria smarrita “MA DOVE C*ZZO VADO? ”.

Io continuo a chiedermelo.

Poi mi distraggo dalla questione e mi pongo una domanda diversa: che sia il caso di organizzare una festa per l’anniversario?