Sunday, October 6, 2013

E quindi stai imparando l'italiano? Interessante...

Giovedi' scorso un collega omanita mi ha fatto un regalo. E' entrato nella mia stanza con un ampio sorriso. Ha detto "Bongiurno" e poi ha aggiunto qualcosa che suonava piu' o meno come "... camera... grazi". Io l'ho guardato con una certa perplessita' e, dopo una serie di sorrisi di circostanza, ho notato la mano che mi porgeva un libriccino. 

"Carissima, ho deciso di imparare l'italiano e, dato che tu ti arrabatti malamente con l'arabo, ho acquistato due copie di questa pregiata pubblicazione. E' il frasario italiano-arabo definitivo. Uno per me, uno per te e, in men che non si dica, il mio italiano sara' eccellente e il tuo arabo forse un po' meglio dello schifo che e' dopo 6 anni nel Golfo".

Ho esaminato il volumetto con scarso interesse. Copertina chiassosa con Torre di Pisa in bella vista. Carta sottilissima e very cheap. Solito frasario asettico in bianco e nero. Prezzo RO 1.5 (circa 3 euro).
La Copertina
 Poi ho chiamato il mio praticante e - insieme - (e' verissimo che, dopo anni, il mio arabo fa ancora effettivamente cagare) abbiamo tradotto il titolo dell'opera.

"The Italian Translator to teach Italian Language without a Teacher"
di Zaki Najeeb, Knowledge Bookstore, Beirut

Con un Signor Titolo del genere, non potevo non dare un'occhiata. 

Risultato: mezza giornata lavorativa persa, un paio di estratti pubblicati su FB che hanno attirato una tonnellata di commenti e la scimmia di leggere l'intero, inarrivabile, stupefacente capolavoro della linguistica moderna.  Pronti?

Partiamo coi preparativi di viaggio e un uso quantomeno disinvolto dei verbi essere e avere in varie, orride combinazioni ("Il passaporto a pronto", "Etutto quello che c'ho"). Chapeau per aver azzeccato la "i" nel plurale di valigia, sicuramente e' stato un caso.  



Alziamo la posta con il capitolo "Arti&Mestieri". Amici, dove lavorate? Nei campi? Negli allberghi? O forse nell'armata? Notiamo anche come egli sia "somma-mente" (e basta).

A fondo pagina appare il secchione Samir. 
Il pasto tipo:

Pollo con riso (me lo dia subito, per favore), caffe con latte, Burro colla marmellata (dove non e' chiaro se "colla" sia una congiunzione o l'Attack), nel dubbio, un buon Fromaggio.

Uno degli elementi ricorrenti dell'opera e' l'utilizzo schizofrenico delle maiuscole. Adorabile e romanticissima la frase "voglio Te" (anche se l'arabo si riferisce alla bevanda calda).   

Qui sotto, tutto quel che vi occorre per destreggiarvi col vostro dentista italiano. Dal dente artificiale al dente di ragione, passando per un preoccupante tumoro nella gengiva. Subito sotto, conversazioni col medico. Il perentorio "Mi dia una purga" e il misterioso "invenimente" (credo stia per svenimento), vincono nella sezione salute.

Dente di Ragione e' il dente del giudizio 2013


A seguire, commenti assortiti, utilissimi durante un viaggio.


Per la spesa del libanese che non rinuncia a hummous e fave, la lista definitiva. Pregevole la grafia di ceci e il fatto che i libanesi pensino di andare in giro a pagare legumi con "mezza lira".


Il nostro eroe e' pronto a leggere in Italiano. Vuole libri litterari. E pure un romanzo.


Per concludere la trionfale carrellata, le irrinunciabili sezioni su "Animali" e "Mesi dell'anno". Il Gane' non e' un budino piemontese ma un cane. Il bue si chiama anche "oro" e se non lo sapete siete ignoranti. Notate "becco" e "camello". Solo Passero, Gane' e Cavalla meritano la maiuscola, chissa' perche'.


sempre bella l'agosta!

Ci siamo quasi. Per affinare la conversazione, ricordate la magica frase "Tua nonna e' vecchia, decrepita", che l'Autore consiglia vivamente a chiunque voglia stringere amicizie nel Bel Paese.

Procediamo rapidi all'ultima, criptica, pagina. Il test finale che non saprei come svolgere. Non sono domande. Non sono nemmeno vere frasi. Il titolo recita "Traducete in Arabo".

Io, purtroppo, "Le diocesi. vaste" in arabo non lo so dire.


In sintesi, se un omanita vi ferma per strada a Milano e vi dice che vostra nonna e' una vecchia decrepita o vi chiede insistentemente una purga, prima di prenderlo a ceffoni, fermatevi un attimo e chiedetegli se anche lui ha studiato su "The Italian Translator to teach Italian Language without a Teacher". Se la risposta e' si', rimettetelo subito su un diretto Omanair Milano-Muscat.

Friday, September 13, 2013

Un weekend sullo Stretto di Hormuz

Correva l'ultima settimana del mese di Ramadan dell'anno 1434 (per voi del calendario gregoriano parliamo di poco più di un mese fa) e mi lamentavo con C. della mancanza di progetti per Eid Al Fitr, la vacanza di fine Ramadan. 

"Oh, c'è un volo A/R per Khasab a RO 48 (un centinaio di euro), si va?"
"Pronti, prenotiamo!"

Iniziava così il nostro viaggio verso il Musandam, enclave omanita in territorio emiratino, strategicamente situata all'imboccatura dello Stretto di Hormuz. Favorisco foto rubata da Wikipedia:
Il Musandam è la penisola frastagliata che punta verso le coste dell'Iran
"Bene AZ, ora che abbiamo prenotato il volo e due notti nel pacchianissimo Khasab Hotel, abbiamo idea di cosa fare da quelle parti?"

"Boh, parlano tutti di 'sti fiordi, facciamo la gita in barca tipica ("Dhow") con puntata a Telegraph Island, dove nell'800 gli inglesi piazzarono una stazione del telegrafo sulla linea da Londra a Karachi? Magari ci buttiamo dentro le pitture rupestri, le case scavate nella roccia e un paio di forti. E due birrette al Golden Tulip".

Googlando pigramente in cerca di ulteriori info sulla nostra destinazione, però, emergeva - a poco a poco - una faccenda infinitamente più interessante di quattro capre incise su una roccia.
Le robe rupestri siamo andate comunque a vederle.
 Da siti turistici, flickr di anziane scandinave, giornali europei e profili Facebook a caso comparivano riferimenti continui a misteriosi contrabbandieri (per amor di chiarezza e anche per amore del mio permesso di soggiorno, qui si parlerà solo ed esclusivamente di commercio di beni leciti).

Parole chiave: Iran, barche, capre, sigarette e televisori. Praticamente un esercizio di scrittura creativa: usa queste 5 parole per raccontare una storia. La mia storia è questa - e badate bene che è solo una storia.

C'era una volta una penisola mediorientale popolata da pescatori e pastori di capre. Il terreno montuoso e inospitale rende difficili gli spostamenti via terra e i pochi abitanti della zona vivono isolati e - presumo - ignari dell'importanza strategica che a un certo punto avrebbe avuto lo stretto di mare davanti alle loro casette scavate nella roccia, stretto che i nostri eroi condividono con l'Iran. Negli anni '70, con l'ascesa al trono del Sultano Qaboos e la nascita degli Emirati Arabi Uniti, i pescatori/pastori peninsulari si ritrovano residenti in un'enclave omanita in territorio emiratino (con l'eccezione di un microterritorio che si annette agli Emirati diventando un'enclave emiratina in un'enclave omanita in territorio emiratino: il Medio Oriente è cosa complicata!).

Fast forward al nuovo millennio con l'importanza totalissima dello Stretto di Hormuz, le sanzioni all'Iran etc. etc.

Oggi Khasab è una strana cittadina servita da un aeroporto militare aperto al pubblico civile per 2 ore al giorno. Ogni mattina (tranne quando il volo viene cancellato per nebbia cioè spesso), arriva un bielica da Muscat, sbarca i passeggeri, viene pulito e rifornito di succhi di frutta e muffins, carica passeggeri e riparte per Muscat. Punto. E' qui che atterrano, nell'infernale afa di agosto, le due protagoniste della nostra storia.
Vista aerea dell'ubertosa penisola
Solita mappa priva di qualsivoglia attinenza con la realtà dei luoghi
Passiamo la prima giornata visitando Khasab e dintorni e chiedendo a chiunque ci capiti sottomano notizie su questa faccenda dei contrabbandieri. Mettiamo insieme inglese, arabo e urdu a caso. Ci aggiriamo con aria vaga intorno al porto. Scrutiamo il mare fino ad avere le allucinazioni. Contiamo con sconcerto furgoncini e pick up a centinaia. Il giorno dopo abbiamo finalmente una buona scusa per esaminare meglio l'area portuale mentre ci rechiamo a prendere il Dhow per la gita nei fiordi. Sottoponiamo ad un terzo grado spietato la guida e il capitano del Dhow (ne approfittiamo per imporci anche - a turno - come timonieri, praticamente le turiste dell'incubo).
"Viri a sinistra! Vadi, Fantocci, vadi!" E' FATICOSISSIMO (notare il surreale braccio da culturista che non mi spiego)
Intervallo/Tre Minuti di Turismo e Cultura

Ammirate la pausa pranzo a Telegraph Island, noi siamo le teste in acqua. Aneddoto: si dice che l'espressione "going round the bend" sia nata qui. L'estate ottocentesca a 50° su questo scoglio deserto, in effetti, doveva essere una gran brutta cosa. Se volete saperne di più sulla vicenda (e sui collegamenti telegrafici dell'epoca), leggete qua.
Bei posti!
Ma sto divagando. Torniamo ai contrabbandieri. Per confermare le info raccolte, una volta rientrate in città, affittiamo una Toyota Corolla rosso metallizzato e ci aggiriamo per il souq "iraniano" seguendo furgoncini e camionette in una demenziale riedizione di "Spie come Noi". Osserviamo i cambiavalute. Ci appostiamo alla rotonda del porto per vedere chi entra e chi esce. Chi ci conosce di persona avrà sentito, in tutti i peggiori bar di Muscat, la storia dell'inseguimento del furgoncino carico di TV, finito in modo demenziale quando ci siamo incastrate in un vicolo dietro l'inseguito, un indiano dall'aspetto lombrosiano, che ha dovuto fare manovra per farci passare prima di rimettersi a scaricare la merce (non prima di essersi affacciato al nostro finestrino per chiedere in tono ostile dove stessimo cercando di andare. Ho farfugliato in risposta "We are lost, where is the Khasab Hotel?"). Questo ha messo fine alle nostre attività di intelligence. Non ne vado per niente fiera. 
A me il rosso metallizzato non pare il colore ideale per aggirarci in incognito però la combo volante-manicure è stilosissima.
In sintesi la nostra ricerca, integrata dalle testimonianze dei locali - che parlano della questione come se fosse la cosa più normale del mondo - e da varie fonti giornalistiche, ci dice questo:

Ogni mattina qualche centinaio di barchini veloci lascia l'Iran schivando la Guardia Costiera iraniana. Carichi di capre e pecore, attraversano lo Stretto e puntano su Khasab dove scaricano gli ovini, caricano sigarette e televisori e, veloci come sono arrivati, ripartono per l'Iran. 

Su questo sono tutti d'accordo. Dal proprietario dell'autonoleggio alla receptionist dell'albergo.
Foto di Reuters, link in fondo al post. Leggetevi l'articolo e guardatevi le immagini!

Le capre arrivano. I televisori partono. Fin qui ci siamo ma, nello specifico, come è strutturata la transazione? Dove vanno le capre che il Musandam ha tipo 20.000 abitanti e mica possono mangiare tutte 'ste capre da soli? Da dove vengono tutti quei televisori? La risposta a entrambe le domande sembra essere "Emirati Arabi Uniti".

Come si svolge lo scambio? Chi paga gli scafisti di ovini e prende in consegna le bestie? Chi trasporta i televisori al porto? Chi gestisce i pagamenti? La risposta a tutte queste domande pare essere "gli omaniti". In effetti a Khasab ogni tre insegne, due appartengono a minuscoli "Import Export Offices"

Dove depositano la merce? Questa la so: al porto. Sì, al porto di Khasab che ha una sezione ufficialmente dedicata a questo peculiare commercio.

Chi ne beneficia? Un po' tutti, immagino. Gli iraniani riescono a procurarsi merci che altrimenti non potrebbero importare a causa delle sanzioni (e ci guadagnano qualcosina gli scafisti e "qualcosona" gli organizzatori piazzati oltre-stretto). Gli emiratini mandano in Oman TV e Marlboro e riportano a casa capre, con un profitto che faccio fatica a calcolare ma presumo interessante. Gli omaniti si occupano di trasporto via terra, logistica, stoccaggio, brokerage e, di riffa o di raffa, si fanno pagare da tutti gli altri. Chi ci perde? Come sempre, quando qualcuno ci perde, sono quelli che ci guadagnano meno: le acque dello stretto sono pericolose...


Se volete saperne di più, oltre a guardare il video, in calce c'è una breve raccolta di articoli e foto che ho collezionato nel tentativo di capire meglio questo interessante fenomeno commerciale.

France 24 ne scrive qui. Reuters qui parla della crisi del commercio dovuta al crollo della valuta iraniana e del ruolo delle autorità locali nella vicenda che - come avrete notato - io evito deliberatamente di menzionare (wink wink). D'altronde il governo, dopo essere stato cazziato dalla Germania l'anno scorso, non credo voglia sentirne parlare troppo. Qui trovate un po' di foto e qui l'album che sognavo di produrre ma che non ho potuto nemmeno cominciare dato che la zona carico/scarico del porto è stata chiusa al pubblico. Però una foto, una sola, un po' sfuocata e decisamente in lontananza sono riuscita a farla. Tre giorni di duro lavoro per questo:
Fierissima di questo piccolo momento di giornalismo investigativo. Ingrandite fino a intravedere le barche cariche di pacchi grigi.

Wednesday, September 11, 2013

Una piccola guerra in Medio Oriente, ovvero la Parabola della parabola.

Mentre gente di un certo livello attende il post sui contrabbandieri iraniani (che ho iniziato ma sto cercando di confezionare in modo da non attirarmi le ire delle autorita' del Sultanato), nelle ultime 24 ore va svolgendosi, nel silenzio dei media, una piccola, interessantissima riedizione del casino mediorientale.

I personaggi:
  • Padrona di Casa Occidentale
  • Inquilino Iraniano
  • Agente Immobiliare Saudita
  • Condominio US/Commonwealth
  • Casalinghe Isteriche
E' il 10 settembre 2013 e Padrona di Casa si sta facendo i fatti suoi in ufficio. "Pin", posta in arrivo su Gmail. 
Nuuuuuuuuuuuuuuuu, i fanatici dell'ordine mondiale condominiale!!!
La situazione e' seria. Inquilino Iraniano sapeva che il condominio non avrebbe tollerato un'antenna parabolica sulla facciata del palazzo. 
Inquilino Iraniano ha sfidato il sistema e il sistema - ratto come un furetto - minaccia pesantissime ritorsioni. "Se entro 7 giorni non ristorerai l'armonia estetica della nostra ordinatissima comunita', glielo diciamo alla Muscat Municipality (che poi fara' qualcosa, anche se nessuno sa bene cosa)".
Padrona di casa occidentale subodora una lunga guerra di trincea e tenta la contromossa chiamando in causa Agente Immobiliare Saudita, un simpatico beone che ha adottato da anni la classica uniforme Tecnocasa: capello ingellato, cravatta di colori improbabili dal nodo gigantesco, pantaloni troppo stretti e scarpe a punta. 
Agente Immobiliare Saudita e' in ottimi rapporti con Padrona di Casa - che finanzia una discreta quota parte dei Mohitos di cui va ghiotto - ma e' anche legato a filo doppio al Condominio, il suo piu' potente alleato.

Pausa suspence e pregiatissima mappa della zona di guerra:

Nemmeno Paint so usare decentemente...
Agente Immobiliare Saudita sorseggia un cocktail cercando di decidere da che parte stare. Dopo lungo cogitare, incapace di schierarsi apertamente, opta per una manovra diversiva e coinvolge  Collega Filippina uscendo ufficialmente di scena ma continuando a manovrare le sue pedine nell'ombra.

Condominio inizia a pentirsi. Ha stabilito un ultimatum e ha promesso una punizione esemplare ma sa che rivolgersi alla Muscat Municipality e' un esercizio burocratico che mettera' a dura prova le sue truppe. La diplomazia e' al lavoro, e' una corsa contro il tempo e non e' una corsa molto ordinata dato che i negoziati si stanno svolgendo in forma scritta in un inglese prossimo all'incomprensibilita'. 
Padrona di Casa scrive a condominio promettendo un generico intervento risolutivo. Condominio, sollevato, risponde in termini amichevoli. Filippina contatta Iraniano. Iraniano contatta Condominio rinfacciando screzi passati ma proponendo una pace che salvi l'onore di entrambi i contendenti.
L'offerta e' sul tavolo: Inquilino Iraniano chiede accesso al tetto condominiale per piazzare la sua parabola nel rispetto dell'ordine e del decoro. La palla passa a Condominio. 
Padrona di casa, dopo la fascinazione iniziale per l'allegoria della politica internazionale di cui si e' ritrovata protagonista, si e' gia' rotta i maroni. 

Secondo voi come va a finire?

Monday, September 2, 2013

Wake me up when September ends...

E' ufficiale: mi sono persa un mese per strada. Era luglio quando chiudevo il blog per ferie. Oggi e' il 2 settembre e non so come sia potuto succedere (contando, oltretutto, che secondo il mio personale senso dello scorrere del tempo, dovremmo essere piu' o meno a meta' aprile). 

Sono sconcertata e oberatissima di cose da scrivere quindi mettetevi comodi e procediamo con ordine partendo dai fatti miei. 

Vacanze di Luglio

Muscat-Doha-Barcellona-Fuerteventura-Barcellona-Venezia-Doha-Muscat

Praticamente 20 giorni di voli. Alzatacce, mezzi pubblici (rabbrividiamo), bagaglio perso - per fortuna una sola volta e non durante il trasporto formaggi/salumi verso il Sultanato, incastri di miglia e tessere frequent flyers e un paio di voli low cost che il mio ego expat viziato aborre. Chiunque non mi lasci trasportare il mio peso corporeo in valigie, borsette e, se mi aggrada, TV a 42 pollici, e' un barbaro. Pollice alto per Fuerteventura. Seguira' post dedicato in cui vi mostro come e perche' e' uguale all'Oman ma con piu' alcool. 

Per 100 beizas: Oman o Fuerteventura?
Per concludere ho fatto un passaggio breve ma intenso a Verona per visite e celebrazioni del mio genetliaco, festeggiato in tuta e ciabatte causa smarrimento bagagli.

Vacanze di Agosto 

10 giorni di Ramadan e due brevi pause fuori porta in un mese ridicolmente pieno di lavoro.
Musandam e Dubai. Seguira' post dedicato ai contrabbandieri iraniani che fanno base a Khasab (Musandam) e dei tentativi miei e di C. di capire il funzionamento di questo affascinante commercio di capre, sigarette e televisori a schermo piatto. 
Oltre che di contrabbandieri iraniani, il Musandam e' pieno di cormorani!
Non risparmiero' quattro parole su quanto siano screanzati i nostri vicini emiratini e su come sia stato sociologicamente interessantissimo presentarmi al Business Lunch di Zuma in DIFC (Dubai International Financial Centre) in jeans e maglietta.

Nel frattempo: 
  • mi sono re-iscritta al Boot Camp che riparte domenica prossima: il progetto dell'inverno e' la scalata collettiva del Kilimangiaro in febbraio e - dato che sono cretina - ci sto pensando; 
  • ho comprato un robot da cucina che rifiuta di obbedirmi; 
  • mi si e' allagata casa (ma forse questo gia' lo sapete); 
  • mi sono data agli acquisti di gruppo di frutta e verdura ai Mercati Generali; 
  • il mio nuovo praticante e' scomparso da 6 settimane e, l'ultima volta che si e' palesato su Whatssup, mi ha mandato foto di lui medesimo in un hotel di lusso in Europa a bere caffettini con El Shaarawy; 
  • Collega Scozzese Cinico e' dato per disperso da un mese e mezzo, insomma, c'e' confusione.
Per farvi rientrare nel loop e in attesa delle mie "utili" recensioni di viaggio, vi rifilo un po' di compiti a casa: 

1. Leggete Dhofari Gucci sullo scandalo dell'articolo di The Week sulla comunita' gay, qui.  Il tutto e' stato rimosso e The Week ha pubblicato un annuncio di scuse.

Se avete domande, ho una copia cartacea del giornale che include il pezzo in questione!
2. Per le nuove norme in tema di locali danzanti e gruppi di musica dal vivo emesse dal Ministero del Turismo, leggetivi il riassunto di Muscat Mutterings qui. Il Regolamento e' spassosissimo nella forma, meno nei - poco comprensibili - contenuti. Per chi aveva giurato di lasciare il Sultanato all'istante perche' con le nuove regole tutti i bar devono chiudere a mezzanotte, tranquillizzatevi, non e' vero.

3. Pirati, pirati, pirati. Da Muscat Daily: 

"Three separate approaches on merchant vessels by suspected Somali pirates have been reported in the Sea of Oman in the past ten days, including one incident which took place just 22 nautical miles from Sohar, according to the Oceanuslive maritime monitoring organisation." Riapriamo la stagione...

4. Politica Internazionale

Mentre tutti guardano alla Siria, il Sultano e' andato in visita in Iran. Favorisco la mia foto preferitissima fra le migliaia che sono state pubblicate.
La vestaglia d'organza...
 La foto viene da un articolo di Al Monitor . Non perdetevi il commento in calce del Sig. Obaid Karki, un uomo che si definisce "Paulite Picassoic Provocateur Constitutionalist Libertarian from UAE, Sexagenarian Paleoconservative of Arabspringer Attitude, Blackbelt Diehart Diogenesist, Spinoziste". Non capisco quasi un cazzo di quel che scrive pero' ha un notevole fattore di intrattenimento (anche se disapprovo per partito preso qualsiasi critica al meraviglioso Q.). Qui sotto la copertina del suo delirante, ipnotico blog. Se volete dare un'occhiata a quel che scrive questo bell'ometto, lo fate a vostro rischio e pericolo su alakhtal.wordpress.com.


5. Fashion in the Gulf

Gia' che si parla di roba ipnotica che ti cattura in un buco nero di vacua inutilita' e ti da' piu' dipendenza degli oppiacei, e' venuto il momento di confessare che seguo Latifa Al Shamsi e le sue manine tozze coperte di gioielli Van Cleef & Arpels. Se vi interessa come si veste e si accessoria (se questa parola esiste) un'emiratina ricca, non potete perdervelo.

Buon divertimento e a presto.

Friday, July 12, 2013

Arrivederci! Qua si chiude per ferie

Signore, signori,

Ramadan è iniziato da due giorni e mezzo e mi preparo a lasciare il Sultanato stasera per una meritata vacanza in Europa. Le trasmissioni riprenderanno a fine luglio. Vi lascio con una selezione fotografica dei più recenti avvenimenti (e non-avvenimenti) locali. 

1. Ho rinnovato con successo il visto di residenza: altri due anni di soggiorno sono assicurati! Sono lieta di annunciare che, in base ai risultati dei test medici per il visto, godo di ottima salute. Il medico della mutua omanita non ha nemmeno ritenuto necessario scalpellarmi un pezzo di naso per il test della lebbra (ultima voce della sezione A). 

Non ho nemmeno TBC e biliarzosi! Evviva!
 2. Notizia tristissima: è affondata poco fuori dal porto di Muscat una nave cipriota carica di bitume. Le spiaggie e il mare intorno alla capitale sono coperti di schifo. Il giornale locale scrive un articolo ridicolo e, ovviamente, nessuno lo controlla prima della pubblicazione (notare le sezioni evidenziate in rosa).

With maximum damage???
 3. Le banche, sempre le banche... L'altro giorno lamentavo problemi nell'uso della Visa Electron per prenotare un volo online. La carta scade nel 2026 (sì, nel 2026, non è un errore di digitazione) e le date di scadenza nell'apposita sezione del modulo di prenotazione, per ovvi motivi, non ci arrivano. Un'amica mi guarda, ride ed estrae una carta "Excel". Lei prenota online meno di me, dato che dopo 3 anni il suo nome è ancora "WELCOME KIT" e la banca lo trova normale...

Scadenza in marzo 2022...
4. Era un po' che non guardavamo insieme un menu. Il nuovo ristorante generico accanto allo studio, propone un'interessante selezione di spaghetti. Parliamo dei "Fotoshene Ntasha". Il cameriere non ha saputo darmi i dettagli (devo imparare l'urdu!) e Google non ne sa nulla. Idee? (Alexandrian Liver anche noto come Kebda Eskandarany esiste e il Giallo Zafferano egiziano propone la ricetta).

Fotoshene Ntasha, prima o poi vi ordino.

Friday, July 5, 2013

Il Governo ci scrive

SMS del giorno: 
"Dear Consumer:
Choosing the right goods and services guarantees you a successful shopping trip.
The Public Authority for Consumer Protection"
Qualcuno me lo spiega? 

Panico Pre-Ramadan

- 4 all'inizio del Mese del Digiuno. Ce lo ricorda nella sua onnipresente newsletter il sempre premuroso General Manager di African & Eastern, il negozio di bevande alcoliche dal nome improbabile. 
Io ho già provveduto e non metterei piede in una rivenda alcolici nei prossimi 4 giorni nemmeno se mi pagassero (a meno che non mi pagassero tantissimo). Scene da guerra civile alla vigilia dei 30 giorni di chiusura dei bar e dei venditori di alcol in occasione del Ramadan. Anziani britannici in sahariana che battibeccano contendendosi le ultime bottiglie di Bombay Sapphire, indiani baffuti coi carrelli pieni di whisky "Director's Choice" (robaccia da 3 euri a bottiglia che, se non ti uccide, ti rende cieco), insegnanti expats schiacciate dal peso dei wine box da 3 litri di cui vanno ghiottissime. Non per me. Chiudo la campagna acquisti con vino in abbondanza, birra, sidro e circa 30 bottiglie di superalcolici assortiti che non berrò mai (e ho in gran parte ricevuto in eredità): peraltro qualcuno mi spiega cosa si suppone che io faccia con ben due bottiglie di Midori, il liquire verde al melone???

Nel frattempo cerco voli per l'Europa che, anche se casa mia pare un bar, io più di due settimane di mese del digiuno non ho intenzione di passarle qua. Spero di essere nel Vecchio Continente intorno al 13 luglio. Se vi state chiedendo perchè fuggo, vi riciclo il posterino informativo:

Felicissimo...
Comunque prima di partire vado a fare un po' di foto nei supermercati che, a confronto, il nostro Natale è una roba da anoressici frugali!

Sunday, June 30, 2013

Internet e bestemmie nel Sultanato

Non e' un segreto che le connessioni Internet omanite - rispetto a quelle del mondo "vero" - siano lente, inaffidabili e mostruosamente onerose. D'altronde non c'e' alternativa. Si tace e si paga. In una dicotomia che ricorda molto l'avvento di Omnitel (poi Vodafone) nell'Italia dominata da Telecom di meta' anni '90, le opzioni papabili sono Omantel e Nawras. Io ho scelto Nawras solo perche' il loro Wifi, gestito da una specie di tostapane luminoso, aveva tempi di attivazione brevissimi mentre sull'ADSL di Omantel si narrano leggende mitologiche di decenni d'attesa per un "Tecnico Godot" che possibilmente non apparira' mai.

Nawras costa  ma non mi lagno. Ho voluto il piano Platinum (che, nel piano base, puoi scaricare 3 documenti word - brevi - al mese e poi iniziano a fatturarti gli extra) e me lo pago. Oggi, pero', mi sto incazzando. Mi scrive Nawras per comunicarmi quanto segue:

"Dear Customer,
to give you a better and faster Home Broadband experience we will change the Platinum Plan monthly usage from 200 GB to 120 GB starting from the next bill cycle after 30 June. This revised limit will have a limited impact on your overall experience, as your average use is less than this limit. Nawras - Get closer."

Non sono un'esperta di queste cose, ma qualcuno puo' spiegarmi perche' l'abbassamento del mio limite dovrebbe "migliorare la mia esperienza"? E poi, cosa gliene frega a loro se non consumo tutti i miei GB ogni mese? Li pago e quindi ho il diritto di scaricarli se voglio! E' come prendere in affitto un appartamento e - un bel giorno - il padrone di casa ti cementa la porta di una stanza "perche' tanto non la usi mica, ma guarda che lo faccio per il tuo bene, l'uso del resto della casa sara' molto piu' piacevole. E' come ordinare una pizza e vedersela portare a tavola con una fetta mancante "perche' tanto non la mangi e vedrai che apprezzerai molto i restanti tre quarti, nel frattempo pero' la paghi tutta". 

Sto chiamando a raccolta gli spiriti degli antichi saggi affinche' mi donino oratoria e dialettica per andare ad inveire. Residenti del Sultanato, anche voi siete vittime di questo sopruso?

(Get Closer una cippa!)

Saturday, June 29, 2013

Un weekend a Londra

Partita e tornata in 4 giorni, dormito poco, bevuto molto, divertita un sacco. A grande richiesta, la sfilata dei cappelli indossati ad Ascot (suona così posh che quasi mi vergogno) e un paio di appunti di viaggio.

Alla vostra sinistra, me medesima in assetto Ascot completo: cappotto psichedelico, cappello "invernale" fiorato, alcool e gioco d'azzardo. Come dicevano i nonni, il calore si perde dalla testa e, nel clima novembrino del solstizio d'estate londinese, c'era un certo qual rischio di assideramento (sandalo cestinato quasi subito e sostituito con decolleté e calzamaglia mille denari). Nella mano destra, uno dei 300 champagnini (non ho ancora controllato lo status della carta di credito e, finchè posso, ignoro il problema). Nella mano sinistra, scheda scommesse.

A seguire i cappelli altrui che, per un motivo o per l'altro, mi sono ritrovata in testa.
 Cappello di Harrods con frecce e punte. A fine serata, cappello di Harrods ammaccatissimo senza frecce e senza punte  (notare che qua siamo già al curioso after party).

















Cappello di Fenwick/Bond Street. PRESTIGIOSISSIMO.

A mio modesto avviso,  paio quasi una signora. 

Per i residenti del Golfo, Ascot è casa lontano da casa. I pro sono l'abbondanza di alcool e il gioco d'azzardo. I contro sono freddo e pioggia. Per il resto, finchè il parcheggio pullula di Ferrari/Lamborghini con targa Qatarina, la Royal Enclosure contiene un "Dubai Millennium Bar" e metà dei cavalli in gara appartengono allo sceicco della porta accanto, ci si ambienta in fretta.

Quasi dimenticavo Elisabetta, in gran forma e d'azzurro vestita.


Monday, June 17, 2013

Scherzi a parte - Indiani in America

Per chi vive in Italia e non ha familiarità con la demografia omanita: forse non tutti sanno che un terzo della popolazione proviene dal sub-continente indiano. Indiani, pakistani, bengalesi e confinanti vari sono un elemento standard della vita del Sultanato (ricorderete il grande sogno di imparare l'Urdu come svolta totalissima nella mia vita quotidiana).

Parlando di indiani, E. - che vive e lavora a contatto con milioni di loro e, per essere diplomatica, tende a non apprezzarli appieno - mi segnala il miglior scherzo telefonico del decennio. 

Parliamo di indiani trapiantati negli Stati Uniti in seguito ad un matrimonio combinato dalle rispettive famiglie. Di lui che le fa le corna e si fa beccare come un fesso. Di come nega l'evidenza nel modo intollerabile che è così familiare a chi vive nel Golfo.

Ascoltatelo tutto e non fatevi sfuggire la perla assoluta: il "Buddha call".


Ah, mercoledì mattina me ne vado a Londra. Robe di corse di cavalli ad Ascot. Incurante del dress code che pare prevedere vestitini, gambe nude e sandaletti, sto meditando una tenuta invernale. Trovo adattissimo il mio cappottino preferito, un incubo damascato turchese e bordeaux.

E' l'unica foto che ho in cui indosso il cappotto definitivo.

In alternativa (almeno tiene caldo) il solito vestito d'oro.


Che dite? Turchese o oro?

Thursday, June 13, 2013

Magia Nera

Benvenuti all'angolo della Cronaca Giudiziaria.

Ricordate le due vittime della strega africana? Gulf News ci comunica che la fattucchiera è stata condannata a otto anni di reclusione per aver causato la morte di due persone e lesioni ad altre quattro fumigandole con un mix di incensi e sostanze tossiche in una cucina di Mabellah.

L'antro della Strega Sciattona, ho scritto tutta questa roba inutile solo per farvelo vedere!
Ma io dico, che cosa dice il cervello a sei adulti che si radunano in quella cucina pezzente a inalare merda, magari bollita nel pentolone di alluminio da mensa di cantiere? Poi fai una micro-ricerca su Google (che peraltro per "black magic oman", si premura innanzitutto di chiederti se per caso stai cercando "black magic woman") e si apre una mondo di demenza, pessimo inglese e storie che, a confronto, Wanna Marchi la candiderei a un Premio Nobel a sua scelta. Fra tutti, adoro Mirza Ji, Omani Black Magic Specialist che, oltre a telefono e mail, ha anche un simpaticissimo video su YouTube. Cura problemi di ogni tipo in 72 ore.


Consigliatissimi anche i forum e la ricchissima bibliografia su Bahla, la città delle ceramiche, del forte cittadino Patrimonio Unesco e, soprattutto, della magia nera. Chiedete in giro agli omaniti e - terrorizzati - vi diranno "Mio cuggino una volta ci hanno fatto il malocchio e si è svegliato con le zambe da mulo e ora mette le scarpe invece dei sandali per nascondere gli zoccoli e tutti quelli che mettono le scarpe chiuse hanno le zampe da mulo. No, non so di cosa tu stia parlando quando dici "centauro" e sghignazzi. E un altro era in una fattoria a Bahla e l'hanno rapito, reso uno zombie e fatto schiavo e ora raccoglie datteri per le streghe. E la moschea di Bahla ogni mattina quando ti svegli scopri che è in un posto diverso del villaggio. E in piazza c'è l'albero con le catene a cui legavano i jinn (*spiriti nonchè etimologia di "genio")". Poi un giorno vai a Bahla e non succede nulla. Non ci sono moschee volanti, muri che si costruiscono e demoliscono da soli, zombies, spiriti maligni. Nulla. Una fabbrica di ceramiche e un vecchio forte che - dopo restauri infiniti - ha riaperto finalmente al pubblico a fine 2012. Bello, per carità, è bello ma io volevo vedere le streghe!
Ritratto tutto e chiedo venia ai poteri soprannaturali che non mi lasciano ruotare manco in Paint la foto di me medesima mentre mi appresto ad esplorare il forte di Bahla... paura vera...


Quant'è bella giovinezza...

... che nel mio caso è fuggita definitivamente. Ore 21.50, tramortita sul divano. Età percepita 82 anni circa. Così inizia il mio weekend omanita - e se devo fare una previsione, non ci saranno grandi evoluzioni. 

Ah, fa caldo, caldo vero. Umidissimo. Per i soliti che poi intervengono per farmi notare che "tanto vivi nel deserto, è caldo secco", NON E' VERO NIENTE, venite a Muscat e poi vedete com'è secco, poi, dopo avermi dato ragione, abbandonatevi alla magica combo disidratazione/calo di pressione e tacete perdendo i sensi. Anzi, no, poco prima di svenire, entrate strisciando al Carrefour a comprare un Pocari Sweat nella speranza che vi salvi la vita. Godetevi i 30 gradi di differenza di temperatura tra il magma infernale fuori dal mall e la banchisa antartica della corsia latticini. Le sentite le budella che si attorcigliano? Ci sono ottime probabilità che lo svenimento sia il meno imbarazzante dei vostri problemi.


Favorisco foto dall'odierno FB. (marchetta: andate tutti e mettere un like su Muscat Marketing, è una mia amica!)
Va bene, basta, smetto di lagnarmi. Tanto il caldone per fine ottobre sarà passato (e, ad essere sincera, quest'anno è pure iniziato tardi). Inutile dire che se volete venire in vacanza da queste parti, non è la stagione giusta. Se invece vi ci mandano per lavoro, limitatevi ad odiare i vostri capi.

Dopo la lamentela climatica standard, passiamo a varie ed eventuali senza particolare costrutto:

 Mercoledì prossimo sarò a bordo del costosissimo volo diretto Omanair per Londra - sia maledetta per i prezzi ridicoli e gli aerei strapieni la chiusura delle scuole e la grande fuga di casalinghe e figliolanze assortite che tornano in UK abbandonando i capifamiglia a lavorare in Oman. Ben vi stanno le corna che i mariti abbandonati inizieranno immediatamente a farvi con le estetiste filippine. Comunque sto divagando. Come i vecchi, ora che ci penso. Dicevo che vado a Londra perchè una volta nella vita ci si deve vestire da imbecilli, indossare un cappello con fiori/frutti/piumaggi e andare a vedere le corse dei cavalli ad Ascot. Dite che non è vero che si deve? Beh, "I beg to differ". Gente in abbigliamenti perlomeno opinabili, alcool a fiumi e scommesse sui cavalli secondo me sono un ottimo motivo per fare 5.802 km. Mi fermo 5 giorni: se qualcuno è nella perfida Albione e vuole fare una bevanda, si manifesti!

A luglio, Inshallah, faccio un giro in Europa. Cosa dite? Che torno in Oman per due settimane e poi riprendo un costosissimo volo per il Vecchio Continente? Beh, non ditelo, lo so pure io ma il 2013 va così. Un volo al mese, pagare e tacere: se non faccio il poker di carte Frequent Flyer Gold per fine anno, mi immolo nell'area check-in in un falò di carte d'imbarco.

Stasera inizio a leggere "Le Notti Bianche". Dopo "Delitto e Castigo" (leggetelo subito se non l'avete ancora fatto), mantengo il filone e mi scaldo per la lettura di Ramadan, il mese dell'ozio e della noia. Dopo Ramadan 2012 (o meglio, 1433) dedicato a "Guerra e Pace", il Ramadan 2013 sarà il mese dei Fratelli Karamazov. Mi sento pronta (nel frattempo, ovviamente, non trascuro l'accumulo di una scorta di alcolici per sopravvivere a 30 giorni di bar chiusi).

 

Sunday, May 26, 2013

L'orrore è un piede con lunghissime unghie a punta dipinte di lilla metallizzato

Facciamo un passo indietro. E' l'estate di un paio di anni fa e mi aggiro per il Sud-Est asiatico in assetto da semi-saccopelista in bicicletta, bus, tuk tuk, barconi e altri mezzi di fortuna.

Si viaggia con un certo stile.
Al rientro nella "civiltà", scopro con orrore che, in una fase di inspiegabile e assoluta noncuranza per l'estetica, mi erano venuti dei piedi da troll. D'altronde avevo ben altri problemi, come venir inseguita dai bufali d'acqua mentre attraversavo senza motivo le risaie laotiane in mountain bike (ovviamente andando incontro ad una tempesta tropicale per vedere delle cascate nella giungla che, abbiamo poi scoperto, erano piene di sanguisughe ma questa è un'altra triste storia). O schivare le zanzare del Mekong che sono grandi come la mia testa. O volare con Lao Air su un carretto siciliano alato che, in 2 ore di viaggio, non è mai salito in quota.  Una delle ultime sere, vagando per l'amena cittadina di Siem Reap (più nota per i templi di Angkor Wat che per i miei dilemmi da pedicure), decidiamo che è il momento di affidarsi ad una Spa per riprendere un aspetto vagamente umano prima di rientrare nel Golfo.

In preda all'imbarazzo, mi siedo, sfilo l'infradito e deposito i piedi - francamente zozzi - nell'apposita bacinella. L'Unghista mi esamina le estremità e se ne esce con uno sconcertante "Very nice nails, Madam".

"Ma che fai? Mi prendi per il culo?"

"No, very nice, very long nails, you want file pointy and silver polish?"

"Santo Cielo, no. Taglia tutto e fai una french, per carità"

La tipa, offesissima, si mette al lavoro come un restauratore a cui hanno chiesto di coprire di malta grigia un affresco cinquecentesco. In quel momento, per la prima volta ho capito una cosa che non avevo mai veramente notato. In Asia le unghie dei piedi lunghe e appuntite vanno un casino. A me arrecano un ribrezzo indicibile, uno schifo che fatico a descrivere e che si rinnova in continuazione perchè, da quando l'ho scoperto, io questi piedi li guardo. Un po' come si guarda un incidente stradale. E ogni volta mi viene la pelle d'oca. Una sostenitrice (o vittima) di questa drammatica usanza la conosco da qualche mese e, ogni volta che la vedo coi peep-toe e queste unghie lunghe, aguzze e metallizzate che esplodono fuori dalla scarpa, mi devo fare violenza per non urlarle tutto il mio disgusto.

I peli... le unghie... mi sto sentendo poco bene...
Fast forward a oggi pomeriggio quando me ne stavo in piscina all'Hyatt a leggere un libro.

Intermezzo Recensione 

"Mia Suocera Beve" di De Silva


Compratelo e leggetelo subito, consigliatissimo. Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso, è uno dei miei personaggi preferiti degli ultimi anni. Grazie ST per avermi consigliato ai tempi "Io non avevo capito niente".

Torniamo a noi. Una fila di sdraio avanti a me c'è una coppia del consueto tipo "lui anglosassone/lei filippina" (la combinazione opposta è statisticamente inesistente ma questo è un altro discorso). Lei si siede e mette bene in mostra lateralmente il piede artigliato e smaltato. Io mi ipnotizzo nella consueta perversione masochista. Poi, però, la situazione precipita. Dalla borsa estrae un sacchetto del supermercato. Va bene che una bottiglietta d'acqua me l'ero portata pure io al sacco (che all'Hyatt costa 5 euri) ma il picnic nel sacchetto giallo del super in un 5* già mi faceva trash.

La tipa si ingobbisce sul contenuto del sacchetto e armeggia per un po'. Mi alzo per andare a docciarmi e, passandole accanto, mi cade la mascella. Si è coperta la faccia di una specie di fango verde compatto e, col pelapatate, sta tagliando sottili fette di cetriolo che - specchio alla mano - si appiccica, una per una, sulle guance. Il mostro della palude. Senza parole. Camerieri e inservienti vari sono allibiti. Io cerco di fotografarla ma mi dà le spalle e non riesco a  catturarla in un tre quarti da Shrek.
Il posizionamento dei cetrioli
Google Images ma UGUALE. Paura e terrore a Shatti.











Ma io dico: tu, uomo britannico che ti accompagni a questa, non le dici nulla? Nemmeno quando, per completare l'effetto Grosso Guaio a Chinatown, tira fuori un osceno cappello similcinese pagodato che si cala sulla faccia verde?