Sunday, May 26, 2013

L'orrore è un piede con lunghissime unghie a punta dipinte di lilla metallizzato

Facciamo un passo indietro. E' l'estate di un paio di anni fa e mi aggiro per il Sud-Est asiatico in assetto da semi-saccopelista in bicicletta, bus, tuk tuk, barconi e altri mezzi di fortuna.

Si viaggia con un certo stile.
Al rientro nella "civiltà", scopro con orrore che, in una fase di inspiegabile e assoluta noncuranza per l'estetica, mi erano venuti dei piedi da troll. D'altronde avevo ben altri problemi, come venir inseguita dai bufali d'acqua mentre attraversavo senza motivo le risaie laotiane in mountain bike (ovviamente andando incontro ad una tempesta tropicale per vedere delle cascate nella giungla che, abbiamo poi scoperto, erano piene di sanguisughe ma questa è un'altra triste storia). O schivare le zanzare del Mekong che sono grandi come la mia testa. O volare con Lao Air su un carretto siciliano alato che, in 2 ore di viaggio, non è mai salito in quota.  Una delle ultime sere, vagando per l'amena cittadina di Siem Reap (più nota per i templi di Angkor Wat che per i miei dilemmi da pedicure), decidiamo che è il momento di affidarsi ad una Spa per riprendere un aspetto vagamente umano prima di rientrare nel Golfo.

In preda all'imbarazzo, mi siedo, sfilo l'infradito e deposito i piedi - francamente zozzi - nell'apposita bacinella. L'Unghista mi esamina le estremità e se ne esce con uno sconcertante "Very nice nails, Madam".

"Ma che fai? Mi prendi per il culo?"

"No, very nice, very long nails, you want file pointy and silver polish?"

"Santo Cielo, no. Taglia tutto e fai una french, per carità"

La tipa, offesissima, si mette al lavoro come un restauratore a cui hanno chiesto di coprire di malta grigia un affresco cinquecentesco. In quel momento, per la prima volta ho capito una cosa che non avevo mai veramente notato. In Asia le unghie dei piedi lunghe e appuntite vanno un casino. A me arrecano un ribrezzo indicibile, uno schifo che fatico a descrivere e che si rinnova in continuazione perchè, da quando l'ho scoperto, io questi piedi li guardo. Un po' come si guarda un incidente stradale. E ogni volta mi viene la pelle d'oca. Una sostenitrice (o vittima) di questa drammatica usanza la conosco da qualche mese e, ogni volta che la vedo coi peep-toe e queste unghie lunghe, aguzze e metallizzate che esplodono fuori dalla scarpa, mi devo fare violenza per non urlarle tutto il mio disgusto.

I peli... le unghie... mi sto sentendo poco bene...
Fast forward a oggi pomeriggio quando me ne stavo in piscina all'Hyatt a leggere un libro.

Intermezzo Recensione 

"Mia Suocera Beve" di De Silva


Compratelo e leggetelo subito, consigliatissimo. Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso, è uno dei miei personaggi preferiti degli ultimi anni. Grazie ST per avermi consigliato ai tempi "Io non avevo capito niente".

Torniamo a noi. Una fila di sdraio avanti a me c'è una coppia del consueto tipo "lui anglosassone/lei filippina" (la combinazione opposta è statisticamente inesistente ma questo è un altro discorso). Lei si siede e mette bene in mostra lateralmente il piede artigliato e smaltato. Io mi ipnotizzo nella consueta perversione masochista. Poi, però, la situazione precipita. Dalla borsa estrae un sacchetto del supermercato. Va bene che una bottiglietta d'acqua me l'ero portata pure io al sacco (che all'Hyatt costa 5 euri) ma il picnic nel sacchetto giallo del super in un 5* già mi faceva trash.

La tipa si ingobbisce sul contenuto del sacchetto e armeggia per un po'. Mi alzo per andare a docciarmi e, passandole accanto, mi cade la mascella. Si è coperta la faccia di una specie di fango verde compatto e, col pelapatate, sta tagliando sottili fette di cetriolo che - specchio alla mano - si appiccica, una per una, sulle guance. Il mostro della palude. Senza parole. Camerieri e inservienti vari sono allibiti. Io cerco di fotografarla ma mi dà le spalle e non riesco a  catturarla in un tre quarti da Shrek.
Il posizionamento dei cetrioli
Google Images ma UGUALE. Paura e terrore a Shatti.











Ma io dico: tu, uomo britannico che ti accompagni a questa, non le dici nulla? Nemmeno quando, per completare l'effetto Grosso Guaio a Chinatown, tira fuori un osceno cappello similcinese pagodato che si cala sulla faccia verde?  

Monday, May 20, 2013

L'Oman e' un posto sicuro?

Questo e' il posto dove  al bar la gente lascia la borsa semi-aperta al tavolo e va al bancone a prendersi una birra. Dove l'omanita medio preleva in banca l'equivalente di 10.000 euro (cosa ne faranno, non l'ho mai veramente capito) e li lascia in macchina in bella vista mentre va a comprarsi una Mountain Dew. Dove, per non spegnere mai l'aria condizionata, le macchine restano abbandonate e accese nel parcheggio dei supermercati con portiere aperte e chiave inserita. Dove aggirarsi in piena notte a piedi lungo la spiaggia a molti pare naturale. 

Poi, ogni tanto, scoppia lo "scandalo" e i cretini iniziano a ululare. 

Ahhhhhhhhh, strappiamoci le vesti, la criminalita' imperversa, questo posto sta cambiando, moriremo tutti!

E' notizia di oggi che una madre che andava a prendere l'infante all'asilo ha lasciato in strada la macchina accesa e, sul sedile del passeggero, la sua borsa. Un ladro ha aperto la portiera e prelevato la borsa ma e' stato messo in fuga da un'altra - temibilissima - mamma expat (parcheggiata accanto) che gli ha chiesto cosa stesse facendo. Dopo aver constatato il fallimento della sua impresa e rimesso la borsa al suo posto, il genio del crimine (descritto come "Arabic looking" dalla protagonista) e' salito in auto e la sua fuga e' stata talmente fulminea che l'eroica casalinga, dopo aver sventato il furto, ha avuto tempo e modo di appuntarsi targa e modello del veicolo.

Sui social networks si levano alti lai sulla pericolosita' sociale del tutto. L'idiozia prende il sopravvento e partono i commenti. La domanda principale e' "Quale asilo e' stato la scena di questo efferato crimine?" come se questo contribuisse in alcun modo alla discussione. Scoperto qual e' l'asilo, in un tripudio di emoticons-faccia-triste, un'altra mamma piena di senso civico entra in azione dicendo che lo riferira' alla direttrice della scuola materna. A seguire, io cerco di manifestare insofferenza ma non vengo considerata (un solo e ramingo "like" per quella che considero, con la supponenza che mi contraddistingue, la voce della ragione), parte la solita polemica sulla nazionalita' del criminale fomentata da un'omanita (con 3 "like") e interviene un egiziano che sostiene di non credere alla vicenda.
IO:  Guys, I understand the general perception of "safety" in Oman but leaving the engine running and a purse or other valuables in an unlocked car is asking for trouble.
Omanita:  If he is a ARABIC looking, whats make you sure thats he is a local? is all arabic looking are local??????????????
Egiziano: I don't believe . I'm here for 6 years ,totally safe car or home.,,

Nel frattempo una tipa inglese e l'omanita di qui sopra (che rivela una verve inaspettata) si accapigliano in un gustoso siparietto:

"Inglese, ma cosa dici che, da dove vieni tu, ti accoltellano per strada" 
"Ma tu che ne sai da dove vengo?" 
"C'e' scritto chiaramente sul tuo profilo FB che ho appena guardato da dove vieni. Se lo guardi lo vedi pure tu"

Omanita - Inglese 1-0 e palla al centro (peraltro l'inglese ha come qualifica professionale sul suo profilo FB "Canine Behaviourist", e' fuori tema ma vorrei sapere cosa ne pensate).

Chiudiamo FB e meditiamo. O meglio, chiudiamo FB e Vi dico cosa ne penso. Innanzitutto la vittima del tentato furto e' un'idiota e purtroppo e' un'idiota in ottima compagnia, obnubilata come molti dalla generale percezione di sicurezza che circonda il Sultanato. Parlo, tra le altre e col dovuto rispetto, delle mie amiche che lasciano sempre la borsa in giro e la macchina aperta. Le stesse che mi perculano perche' essere cresciuta tra Questure e Commissariati col mantra "Se te lo rubano, al 90% e' colpa tua", mi impedisce di uniformarmi. 

In secondo luogo, il ladro e' piu' scemo della vittima, roba da essere rinchiuso per quanto e' incapace, piu' che per il tentato furto. Non solo desiste a causa di una Expat Mum che gli urla ma ha pure posteggiato li' accanto e si fa prendere il numero di targa. Senza parole.

Ad ogni modo, tutto e' bene quel che finisce bene e si conclude cosi' un'altra inutile puntata di CSI Mawaleh. 

Friday, May 17, 2013

La cartella "Other" nella posta di Facebook.

L'altro giorno vagavo svogliatamente su FB in attesa di aggiornamenti da qualche ufficio ministeriale. Passa su Home uno status di Ros "Oh dear. I have just realised that there was another area for messages on FB that was not where I normally read the emails. There is an inbox and there is "other" ( I presume this is the equivalent of a spam folder on an email client). Just I had never noticed. I had 26 unread messages there...". 

Non capendo cosa significasse e non avendo nulla di meglio da fare mi precipito a vedere cos'è 'sta roba.

PAURA

DELIRIO

FOLLIA

Non è vero che gli autoctoni mi ignorano perchè non sono una bionda obesa, è Zuckenberg che mi tutela dalle avances nascondendo i loro messaggi in una misteriosa cartella che si chiama "Other". 

So benissimo che in questo istante molti di voi - ignari della cosa - stanno aprendo convulsamente finestre in cui esaminare il vostro profilo FB alla ricerca di meravigliose missive. Principi più o meno azzurri, presidenti nigeriani in cerca del vostro numero di conto corrente, russe bisognose d'affetto e tutto il resto del circo equestre. Quando tornate Vi faccio vedere un paio dei miei messaggi preferiti.

Fatto? Trovato qualcosa di interessante? Mi dite nei commenti?

E ora ecco a Voi il mio Best Of del tacchinaggio Golfo-Subcontinente con foto e messaggio copia-incollato verbatim (non voglio sentire un fiato sulla privacy perchè, se mandi messaggi a sconosciuti, ti accolli le conseguenze!)

"Hi..
I'm new to muscat...
Want to make some friends here..
Can we be friends?"


(non penso, cos'hai? 16 anni?)

"Hi pretty,
How're you? Just dropped by to say hi. So sorry i had to do this, but couldn't help it after I viewed your profile... Must confess you got a nice profile. Hope to know you better, if you don't mind. Patiently waiting for your response."


Eccerto, aspetta pazientemente ancora qualche decennio (peraltro nel mio profilo non c'è proprio niente da vedere: le Arche Scaligere nell'inimitabile vista dalla finestra dell'Ordine degli Avvocati e una mia foto miscroscopico/irriconoscibile).


 "hı alessandra my name ıs memet ım from turkey ım lıvıng ın oman but ım new ın here and ı havent got any frıend can we chattıng and meetıng thanks"

La "i" minuscola sulla tastiera turca non ce l'avete? Cos'è quella roba?

"Hi Princess
I had great pleasure to read your profile . I kindly request to accept me as friend.
Have a nice day
Mostafa"

Vi presento l'ottimo Mostafa  che si aggira senza motivo in giacca e cravatta sulle piste da sci (!?!)

"hi
Hi sweety
I really would by appreciated if you accept my as a boy friend"


Ecco un'altra immagine a tema neve, a quanto evinco dai commenti scattata durante una settimana bianca in Iran. Mi spiace ma non basta per essere "accettato come boy friend" (e che è? l'iscrizione a un circolo?). 
 

   "I like to add u as my friend. But the question is that does u like to be my friend or not. So if u likes to be my friend, plz add me. If u don't like then think why u don't like me. If the answer is positive or negative, plz mail me back. One more request, don't add me to just fill ur friends list. I need a chat friend. It's my wish that I must have u as my friend. Now see what's ur wish. My details are there in my profile, anything other than that if u required, plz u can ask me… I will wait for ur answer…."

Il novello Ahmad Faraz mi delizia con un pezzo scelto di rara raffinatezza. 
Oltre a questi fulgidi esempi, ho trovato anche una decina di messaggi rimossi perchè "abusive" o spam. Mi piange il cuore al pensiero di essermeli persi.

Ovviamente, donzelle del blog, se volete i contatti di qualcuno di questi fascinosi figuri basta dirlo. Sono tutti vostri!

Saturday, May 11, 2013

Elezioni in Pakistan

Durante la mia gita a Islamabad in febbraio, oltre a mangiare kebab di pollo ogni 90 minuti, ordinare vodka in pinte (il room service di un 5stelle pakistano funziona così e chi sono io per criticare) e vestirmi d'oro e pavone per correre da una festa di matrimonio all'altra, ho avuto l'inaspettata opportunità di ficcare il naso nella giustizia e nella politica pakistana ai più alti livelli. Il mio ex collega e carissimo amico noto sul blog come Pakistano Fashion, ci ha coinvolti in una rutilante serie di attività tra cui:
  • accesso ad un'udienza alla Corte Suprema, attività sempre graditissima per l'avvocato in visita all'estero specie se si considera che, decenni dopo l'indipendenza, le udienze sono ancora in inglese (e i cancellieri hanno ancora una buffa divisa coloniale col ventaglio bianco sul cappello), seguita da tè e biscotti con il vice-Presidente della Corte, che ho scoperto essere il padre di un butel che conosco.
  • giornata all'Islamabad Club coi notabili del luogo e, per chi era capace, pomeriggio di golf (io non sono capace quindi ho cianciato a caso per ore investigando l'intricata situazione politica locale).
  • chiacchere a tavola con generali/politici/polizia e foto ricordo col Vice Presidente della nazione.
 A questo punto già ponderavo con sconcerto che il Pakistan è il paese al mondo in cui più mi sono aggirata "nelle alte sfere", senza peraltro sapere molto di quel che succede da quelle parti. Già in febbraio, il principale argomento di dibattito erano LE ELEZIONI. Quelle elezioni che si tengono oggi e che hanno fatto volare verso Islamabad, Lahore e Karachi tutti i miei amici, giovani professionisti pakistani di stanza a Muscat. Il loro parere è unanime: si vota Imran Khan. 
Facciamo un passo indietro. Imran Khan in Italia è un Signor Nessuno perchè nessuno si caga il cricket (e secondo me a ragione, io lo trovo uno sport tediosissimo e incomprensibile) ma nei paesi dove il cricket lo giocano e lo guardano - Perfida Albione inclusa - è una celebrità. Informatevi qui. Campione del mondo (una roba tipo Pelè per i brasiliani), filantropo, politico e idolo delle folle, propone inter alia rinnovamento, welfare, lotta alla corruzione, stop ai droni americani. Non sono qui per fare propaganda elettorale per IK e il suo partito, ma dopo 20 anni di veleno italiota, vedere l'entusiasmo quasi fanciullesco con cui i miei amici stanotte aggiornavano FB dall'aeroporto mentre aspettano l'aereo per andare a votarlo è straniante. I primi stanno già tornando indietro (d'altronde sono un paio d'ore di viaggio).
Dall'indipendenza, questo è il primo passaggio da un governo regolarmente eletto ad un altro. Ci sono stati attentati, minacce talebane, frontiere con l'Afghanistan chiuse. Oggi ci sono code ai seggi, posti di blocco ovunque, bombe a Karachi e Peshawar (news dell'ultimo minuto) e mezzo esercito di guardia. Immaginare Pakistano Fashion con l'abito di sartoria e i gemelli di Bulgari che si fa strada in mezzo al delirio per votare Imran Khan è difficile ma, evidentemente, è quello che sta succedendo.
Si vota fino alle 17:00. Non vedo l'ora di sapere! 
Ah, quasi dimenticavo, ovviamente ho una foto con Imran Khan che, mentre ero a Islamabad, ci ha invitati tutti a bere il tè a casa sua per parlare della sua campagna elettorale davanti alle telecamere di qualche canale televisivo francese (storia vera). Se vince, la pubblico. Anche se sono vestita di velluto verde smeraldo ricamato in fuxia e argento e truccata da travesto. 

Per finire, una nota dolente: scopro che in Italia una squadra di cricket c'è e un paio di settimane fa sono riusciti a farsi distruggere dalla nazionale omanita (omanita per modo di dire, ho dato un'occhiata ai nomi e paioni quasi tutti indo/pakistani, roba da sudamericani naturalizzati per giocare nelle squadre di calcio!).

Friday, May 10, 2013

The Pan-Arabia Enquirer

Definitivo!
Correte a leggere il Pan-Arabia Enquirer: news satiriche e assolutamente esilaranti, vita da Expat,  tragedie e problemi di un mondo in cui nessuno è in grado si stirarsi una camicia da solo.

Se vivete da queste parti, avrete crisi isteriche di riso.

Se invece risiedete altrove (e magari pensate di trasferirvi nel Golfo), studiatelo con attenzione e non preoccupatevi se molte cose risultano incomprensibili. Due settimane da queste parti vi faranno apprezzare l'umorismo.

(Per chi non l'avesse mai sentita, a questo proposito, vi regalo una celeberrima battuta:
"Qual è la differenza tra un Expat occidentale appena arrivato nel Golfo e un razzista?"
"Due settimane")

Abbiamo notato che scarseggiano news dall'Oman. Mi sa tanto che ci proporremo...

Quasi dimenticavo (OT), l'invasione delle formiche sta diventando insostenibile, come le stermino? Ormai siedono con me sul divano davanti alla TV...

Wednesday, May 8, 2013

Weekly News Roundup

Domani è il mio primo giovedì lavorativo dopo l'epocale cambio di weekend. Gli omaniti sembrano nel bel mezzo delle fasi del lutto per la dipartita del fine settimana "giovedì-venerdì". Fermi immobili alla fase uno: la negazione. Vengo or ora dal Muscat Grand Mall e, come se mercoledì sera fosse ancora weekend, è affollato da milioni di locali divisi in due grandi gruppi. Ironman 3 al cinema e mangiare schifezze nella food court sono le attività di questo mercoledì sera.

La minoranza (no Ironman e no chicken-tika-burger), era accalcata in uno spiazzo occupato da una serie di inspiegabili attività. Favorisco foto inquietante fatta dalle scale mobili.

Pensavo torturassero infanti, in realtà è un diploma breve in cambio pannolini in cui la tipa in nero dimostra il procedimento a un uomo omanita perplesso usando degli orribili bambolotti .
Tra i cinefili, i mangiatori di porcherie e gli aspiranti cambiatori di pannolini, mi aggiravo alla ricerca di un sac à poche. Favorisco un'immagine per gli zotici che ne ignorino esistenza e utilizzo.
Non è una roba zozza, serve per cucinare, giuro.

Il giorno in cui imparerò a tacere e a dire di no sarà sempre troppo tardi. Non so come nè perchè ma mi sono accollata il catering per l'inaugurazione della mostra di pittura di un'amica in programma per domenica prossima. Poi ho saputo che è una roba per 80 persone e, per peggiorare la situazione, già demenziale, l'artista ha elogiato il finger food fatto in casa durante un'intervista con The Week, il rotocalco che non ha mai una cippa da scrivere e che ora minaccia di includere i 4 tramezzini inutili che pensavo di proporre nella rubrica culinaria. E' scattata un'ansia da prestazione agghiacciante a cui ho reagito con la predisposizione di un menu mostruosamente vario di micro-cazzate decoratissime. Passerò la notte a sperimentare fiori di maionese col mio nuovo sac à poche maledicendomi per la mia idiozia.

Domenica favorirò foto e recensioni. Ah, se siete a Muscat e promettete di non lamentarvi delle tartine, venite. Madina Art Gallery. 

Io ne ho due in sala, ve lo dico giusto per tirarmela un po'.
Saltando di palo in frasca, vi presento il nuovo vicino bifolco che da qualche tempo mi parcheggia accanto la Yaris con aria di sfida. 

Sei simpaticissimo...
Per continuare in campo artistico, finite le grandi piogge, ci siamo trovati da Starbucks per sentire la storia terrificante (e francamente idiota) di L. che, mentre il paese era travolto dalle piene, ha deciso di portare i genitori in visita dalla perfida Albione in gita in montagna. Superfluo aggiungere che sono rimasti bloccati da una serie di esondazioni pericolosissime e che agli attempati albionici il tour è piaciuto molto poco. Quel che è positivo è un nuovo talento per i plastici che, se mi fallisce lo studio, mando un CV a Bruno Vespa. 

Ecco a voi la pregiata rappresentazione di Jabal Al Akhdar, zona checkpoint di fondo valle. Tecnica mista. Materiali: una pagina di un qualche contratto, penna, caffè (acqua lercia di wadi), zucchero di canna (pietrisco), stecchini per mescolare il caffè spezzettati (tronchi sul fiume in piena). 

Produciamo anche su commissione.
 Che altro? Ieri giornata a Dubai per un convegno (sempre bello fare il relatore, non capisco chi non ama parlare in pubblico). Temperatura: stranamente gradevole rispetto alle medie del periodo; non tocchiamo ancora i 40C il che rende la vita nel Golfo MOLTO migliore. Lavoro: troppo e tutto troppo urgente. Salute: stabile con tendenza all'esaurimento nervoso. Casa: imbarazzante invasione di formiche. Hobbies: palestra quando riesco, tentazione di ricominciare il Boot Camp.

Domani aggiornamento totalissimo sulle elezioni in Pakistan che seguo avidamente (l'avete vista su FB la mia foto con Imran Khan? Non sapete chi sia? Portate pazienza che domani vi dico, ora devo andare a fare dei tramezzini di prova).