L'estate scorsa mi ha scritto una connazionale. Una fra i tanti, tantissimi, troppi italiani che googlano "diventare schifosamente ricco in Oman", finiscono su questo blog e poi mi scrivono con tono inquisitorio domandando che io li assista nel mettere in pratica le loro idee mediamente insensate. La signorina in questione aveva un sogno. La moda. Nello specifico "moda italiana per la donna araba moderna". Della corrispondenza successiva riporto solo un meraviglioso paragrafo:
"Quando Lei mi dice che il mercato nei distretti di Muscat e Salalah è limitato che intende? Pensa possono essere dei buoni distretti per negozi alla moda? Ho comprato delle guide e sto facendo ricerca, ma credo che solo visitando il posto mi renderò conto dei potenziali clienti e dei negozi. Lei che negozi mi consiglia di vedere? Sembrerà una domanda strana, ma per le mie creazione è davvero importante che io assorba quanto di più possibile e vorrei tornare a casa con un bagaglio di cose viste, di esperienza a me estremamente utile."
Residenti a Muscat, state cercando di ripulire lo schermo del PC dal caffè che ci avete sputato sopra scoppiando a ridere come imbecilli? L'ho fatto anch'io, non vergognatevi.
Cara amica, fattene una ragione: Muscat non è quel che chiami un "Fashion Hub" ma, forse, piano piano, le cose iniziano a cambiare. Nell'ultimo mese ho avuto il discutibile piacere di presenziare a una serie di eventuncoli nel settore moda.
1. La sfilata di moda di un paio di colleges che paiono avere corsi di fashion design.
Dichiaro "Colours of Oman" il più tragico fallimento organizzativo del 2012 (lasciate perdere che l'anno è appena iniziato, hanno già stravinto). Modelle raccogliticce, modelli ATROCI - tra cui segnalo il cantante siriano tarchiatello che ci aveva intrattenuti per l'ora abbondante di ritardo sull'inizio della sfilata con una serie di nenie intollerabili, riciclato in modello con un'inquietante cappottino da cavaliere crociato. Segnalo anche un momento di panico all'esplosione di un riflettore seguita da vetri in passerella al passaggio dei due infanti a piedi nudi testimonial della moda bimbo, il sound system a puttane per cui hanno suonato 4 volte di fila la stessa canzone, una presentatrice omanita trovata non so dove e un disgraziato stilista nipponico, l'ospite d'onore di cui nessuno nell'organizzazione riusciva a ricordare il nome (ho notato solo io che era scritto in caratteri alti 30 cm sulla parete?) e a cui ci si è riferiti per tutta la serata con l'appellativo "the Japanese designer".
Quando pensavo che non si potesse far peggio, è apparsa in passerella la manager dell'agenzia di modelle (sì, esiste anche questo in Oman), che ha dato il colpo di grazia alla vicenda.
"So che state tutti aspettando con ansia i "performers" (occhiate confuse tra me e i miei amici, ignari di tutto), beh, non sono arrivati. Venivano da Dubai, li hanno fermati al confine e li hanno rispediti negli Emirati rifiutando di farli entrare in Oman. Ma non c'è nulla di cui vergognarsi. Succede."
SUCCEDE? Ma cazzo, chiedi a 'sta gente come è messa coi visti prima di ingaggiarli. E' il tuo cosiddetto lavoro!
Voto: 2.
Tragica foto di gruppo della passerella finale. Donne, rifatevi gli occhi, specie con la camica a dx.
2. La Silata di Lingerie.
Mentre mi riprendevo da Colours of Oman, ricevo una mail in pessimo inglese che mi invita a una sfilata di "LINGARIE" e, inter alia, mi chiede di confermare la mia presenza con un acronimo di lettere scelte a cazzo tipo RTSBT.
Come non andare?
Villa "palatial" e modelle semi-anoressiche minorenni che, nell'attesa, fumano bevendo Coca Light in giardino in accappatoio. Pubblico di sole donne e sfilata chiappe al vento nel salone. Petali e lucine natalizie per tutti.
Notare le casalinghe ricche che occhieggiano mutande che molte tra loro farebbero meglio a non mettere.
Nota di merito per la presenza di alcolici. Per cominciare sushi (che a me personalmente fa cagare) e prosecco con i lamponi. Secondo me la tradizionale fragola era meglio ma, dato che i lamponi qua costano tipo 40 euro al kg, rispetto lo sforzo nella ricerca di uno stile opulento. Però, cuore mio, sei sicura che la frittata con le cipolle (o quel che era) sia il completamento migliore di questo buffet?
Voto: 8 perchè sono acida ma la casalinghe hanno fatto funzionare tutto a perfezione. Altro che l'agenzia di modelle...
3. Presentazione della collezione Corto Moltedo al Chedi.
Sala riservata, alcolici, solito sushi, macaroons (dolcetti odiosi) e borsette ingiuriosamente costose. Carine, per carità, ma di questi tempi solo nel Golfo puoi pensare di vendere un coso in sughero che pare un portaocchiali con la tracolla a 1000 euri...
Avvocato H. in un momento di (credo e spero) ubriachezza, ne ha comprate due. A mille euri cadauna. Senza parole.
Voto: location e rinfresco 8. Schiaffo alla miseria, non qualificabile.
E adesso tutti a prepararsi per la Muscat Fashion Week che, come tutte le settimane che si rispettano, dura 3 giorni. Riyam Park, 21-23 febbraio.
10 comments:
Hahaha... Si c'e proprio da pulire lo schermo!!!
Che negozi andare a visitare? Il fashion corner di Carrefour? Se non smetto di ridere mi viene il mal di pancia.
Per favore non andare al fashion week senza di me. Mi piacciono troppo gli spettacoli comici...voglio venire anch'io Hahaha ha..
Secondo me CenterPoint ha tutto un suo perchè :)
Organizziamo per la fashion week, mi procuro un programma dei prestigiosi eventi!
Mi consigli di aprire lì un negozio che vende solamente lamponi?
Conte, consiglio lamponi, rucola e gorgonzola. Magari puoi aggiungere carta igienica e pure un paio di pandori avanzati da Natale che qua si vendono ancora al prezzo di 50 litri di benzina cadauno!
Cavolo... se lo sapevo venivo a farci un controreportage!!!
Corto Moltedo.... adesso capisco un sacco di cose....
Buona fesion uiccc!!!!
R, fai ancora in tempo a venire con noi alla Fashion Week. Prenota un volo Milano-Muscat oggi stesso! (ho visto le nuove foto che hai pubblicato su FB, complimenti!)
Invece spiegami un po' di Corto Moltedo :)
Grazie per le foto e grazie per l'invito, settimana prossima però sono già impegnato con le piste da sci e le saune del Trentino ;-)
CM invece... sono figli d'arte, i loro genitori sono stati i fondatori di Bottega Veneta e i figli erano così bravi che.... Mamma e papà hanno preferito vendere il marchio al gruppo Gucci.... e qui mi fermo!
Il resto, se ci sarà occasione, bevendo un sorso del cartizze bio che fa mio nonno su qualche duna nel deserto! :-))
Beh, io a un Cartizze bio nel deserto in abbinata a becero fashion gossip non dico certo di no: non di solo diritto societario vive l'expat spiaggiato in Oman!
Mi chiedevo, ma una serata di San Remo in tv in compagnia di qualche Omanita?
Sento che ne verrebbe un bel post!
Cartizze sempre in frigo!
Sanremo l'ho saltato a pie' pari. Non ce la posso fare...
Post a Comment