I non-melomani si preparino a giubilare: con ieri sera ho esaurito il mio pacchetto di biglietti stagionali per l'Opera e quindi questa potrebbe essere l'ultima recensione teatrale.
Poche parole per il Ratto dal Serraglio di ieri che, con mia sorpresa e nonostante io non sia una fedayyin di Mozart, mi e' proprio piaciuto. La trama e' esilissima, anzi, praticamente inesistente, checche' ne dica A., il mio socio e vicino di poltrona all'Opera, che lamentava ieri: "Ho aperto Wikipedia, letto due minuti, capito una cippa, richiuso". Questo nell'unica occasione in tutta la stagione in cui era stato incaricato LUI di studiare il libretto.
In breve, ci sono tre tizi (un uomo e due donne), comprati come schiavi dal Pascia' a Costantinopoli/Istanbul. Belmonte vuole liberarli perche' il gruppo comprende la di lui innamorata, il suo servo/assistente/quel che e' e la di lui innamorata. Belmonte e il servo organizzano la fuga. Dato che sono cretini, vengono immediatamente scoperti dal Pascia' e dalla guardia Osmin (i quali sono ovviamente innamorati delle due tizie prigioniere). C'e' un solo colpo di scena quando Belmonte rivela di essere di ricca famiglia e propone che, invece di trucidarlo, il Pascia' chieda un riscatto a suo padre. Il Pascia' gli chiede:
"Ah, ma veramente sei figlio di Tizio?"
"Si , si. Mio padre e' pieno di soldi, comincia a ritagliare le lettere dal giornale per comporre un bel messaggio e chiedere un ricco riscatto"
"Primo: non ho bisogno di soldi, come si nota dai meravigliosi cappotti damascati/metallizzati che indosso (A., ti ricordo che hai promesso di comprarmene uno simile). Secondo: si da' il caso che tuo padre sia il mio piu' acerrimo nemico e quindi ora sono ancora piu' contento di averti qua. Prima di ucciderti ti faro' anche torturare. Mwahhhhhaahhhhhhahhhh."
Durante la notte gli innamorati cantano la solita nenia "ah, che orrore tu muori per me", "non ti precoccupare, e poi sei tu che muori a causa mia", "ma io preferisco morire per te che vivere senza di te" e via di questo passo in un crescendo di tedio. Il Pascia' che origlia dietro un paravento si commuove e, la mattina dopo, finisce per graziare e liberare tutti e quattro i prigionieri.
Unico appunto: una trama del genere si poteva condensare nei 20 minuti di un episodio dei Simpson. Esagerando in un'ora, tipo telefilm. Invece dura TRE ORE. E per riempire i tempi morti, ogni cosa che viene cantata viene ripetuta almeno quattro volte, facendoti voglia di urlare "Cazzo, ho capito! Possiamo andare avanti?".
Manca solo la recensione di Praxa, la "recita parrocchiale" egiziana approdata alla Opera House due settimane fa. Come e perche' non si capisce. Dato che non mi sono ancora ripresa dallo sconcerto, ho deciso di rimandare.
Vado di fretta che, oltre alle solite attivita', e' ripreso il torneo di bocce (si, ancora...e il girone di ritorno non sta andando bene...) e domani arriva un ospite dall'Italia (che sara' felicissimo di passare la sua prima serata in Oman al torneo di bocce).
Sapete che vengo in Italia a breve quindi, se volete qualcosa da Muscat - turbanti, virginity soap, datteri, incenso, arbre magique a forma di pugnale, etc. - parlate adesso o tacete per sempre.
Anche se non ha alcuna attinenza col contenuto del post, vi lascio con la foto di una vetrina che mi ha molto turbata. Sandali bruttissimi e gatti di peluche. Perche'?
3 comments:
noi l'avevamo messa in scena alle scuole medie ed io sono ancora psicologicamente provata ora.
aahah ma io leggo solo ora! Ottima la recensione del ratto, se veramente volessi scrivere anche quella di Praxa (altamente sconsigliata) non dimenticare di citare la cinese con le calzette corte e le scarpe aperte (magari alleghi la foto) e il malfunzionamento dei sottotitoli.
Se hai letto con attenzione, avrai notato che aspetto ancora il cappotto d'oro. Se ti fosse sfuggito di mente...
Praxa rimane nei miei progetti anche perche' la foto della cinese in calzetti va usata!
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