SIAMO CAMPIONI DEL GOLFO (da cantare sulla stessa musica dei festeggiamenti di Italia 2006)! Sabato 17 gennaio, al termine di una partita dominata dagli omaniti ma, ahime’, rimasta 0-0 fino alla fine dei supplementari, l’Oman ha vinto ai rigori la Coppa del Golfo per la prima volta in tipo 35 anni. Canti come "CHI NON SALTA UN SAUDITA E'" e varie altre amenita' hanno allietato l'evento. Festeggiamenti a non finire e caroselli di auto per tutta la notte mi hanno (al solito) impedito di muovermi liberamente.
Nel frattanto era arrivato a Muscat anche Orsolato con cui ho seguito la partita al pub dell’Intercontinental. La mattina successiva siamo partiti per un avventuroso viaggio di 4 giorni attraverso il Sultanato. Pubblichero’ presto delle foto. Posti spettacolari e un campionario completo delle attivita’ vacanziere di questa zona punteggiate da sciagure assortite e imprevisti vari. In ordine sparso ci siamo dedicati a –
Risalita di wadi (fiume) tra gole rocciose. A causa delle recenti piogge e’ franato il comodo sentiero che porta alla fonte. Il risultato e’ stato una specie di interminabile, goffo ma pericolosissimo free-climbing tra i macigni. Un plauso ai sandali di merda che il mio compagno di viaggio aveva comprato per l’occasione al Carrefour. Tempo 40 minuti aveva dei profondi buchi nei piedi che non l’hanno piu’ abbandonato. Dopo numerose bestemmie, li abbiamo esaminati con attenzione e abbiamo scoperto che erano di produzione italiana :-)
(Wadi Shab)
Arrivo a Ras Al Hadd, passeggio in spiaggia e cena con un gruppetto di archeologi italiani impegnati in uno scavo. Sorpresa della serata: una delle ragazze della spedizione e’ di Sommacampagna e ha fatto il Maffei. Commozione…
Spedizione notturna (dopo abbondante cena) alla spiaggia per vedere le tartarughe che fanno le uova. Abbiamo individuato una tartaruga che aveva appena finito e stava tornando in mare e un’altra che stava LENTAMENTE risalendo la duna al limitare della spiaggia per trovare un luogo dove deporre in pace. La nostra attesa (minchia se era lenta…dopo un po’, anche se adoro le tartarughe, l’avrei presa a calci in culo) e’ stata resa molto inquietante dalla misteriosa apparizione di un pick up di omaniti che, dalla spiaggia, facevano strani segnali coi fari ad una barca di passaggio (quest’ultima a fari spenti). Quando i butei sulla spiaggia hanno cominciato a tirare una corda trascinando qualcosa fuori dall’acqua, ci siamo allontanati. Orsolato gia’ delirava di contrabbando di Kalashnikov. Forse e’ un’esagerazione ma il tutto non mi e’ piaciuto per nulla.
Il secondo giorno, dopo aver visitato gli scavi archeologici, ci siamo messi in viaggio verso Sud. Il prossimo che risponde ad una mia richiesta di informazioni sull’itinerario con la frase “Non ti preoccupare, e’ TUTTA DRITTA E TUTTO ASFALTO” lo accoltello! TDTA (acronimo di “tutta dritta, tutto asfalto”) e’ diventato il motto del viaggio. Non ci siamo fatti mancare nessun tipo di fuoristrada. Fango, sterrati, dune, posti allucinanti dove la strada finiva improvvisamente in un mare di sabbia, allagamenti ecc. Il tutto in un continuo: sgonfia i pneumatici che dobbiamo attraversare le dune – rigonfia i pneumatici che c’e’ un pezzetto asfaltato. (vedi foto)
Hummer ci ha portati ovunque (anche se sono tornata a Muscat con una gomma bucata: le abbiamo strapazzate troppo). Nel ridente villaggio di Al Ashkira avevamo appuntamento con Delfina e il geniale Ronnie, subito ribattezzato Ayrton, nostro autista per l’ultima parte del viaggio fino a Khaluf (da soli non ci arrivavamo nemmeno guidati dal Signore…). Il geniale Ayrton, driver e cuoco della spedizione, tiene una media dei 160 in statale, dei 110 sulla battigia (IN SPIAGGIA) e degli 80 sulle dune! Khaluf e’ stupendo. Una baia di dune di sabbia bianca che scendono fino al mare e assolutamente nulla per decine di chilometri.
(qui sopra un dettaglio del viaggio con Ayrton)
Abbiamo campeggiato e passato la mattinata in spiaggia e poi via! Altre 5 ore di viaggio TDTA fino a Biddya. Un conoscente omanita barucca mi aveva consigliato di chiamare un suo amico beduino che ha recentemente aperto un campo nel deserto. Non potevamo esonerarci. All’arrivo al distributore Shell si presenta un femminello del deserto con piu’ eye-liner di quanto potrei pensare di metterne io se mi invitassero alla notte degli Oscar. Carica una vecchia velata in un pick up vetusto e ci “dice” (in arabo, grazie al cielo qualcosa capisco) di seguirlo perche’ dobbiamo addentrarci nel deserto per 30 km. Fantastico... Il campo in realta' e' molto bello e ci ha fornito cena e pernottamento in pacchianissima tenda beduina decorata all’inverosimile di paccottiglia locale. Il giorno successivo, dopo la colazione, siamo usciti in pick up col buon Mohammad (il travone beduino). Abbiamo rischiato la vita un paio di volte (non si dovrebbe scivolare dritti come fusi giu’ da una duna alta 150 metri su un catorcio vecchio di 30 anni, seduti in 3 sul sedile davanti e senza cinture) ma ci siamo divertiti. Per finire ci siamo insabbiati ma non troppo gravemente, ci siamo dis-insabbiati e siamo tornati al campo.
(Mohammed scava per tirarci fuori dalla duna...)
Pomeriggio: ritorno a Muscat.
Tutto cio’ per giustificare la mia assenza dal blog. Sicuramente ho dimenticato parti interessanti del tour ma capitemi: siamo stati in giro per 4 giorni che sono sembrati 2 settimane.
Grazie ancora a Francesco per la visita: dobbiamo rifare un viaggio cosi’!!!
Nel frattanto era arrivato a Muscat anche Orsolato con cui ho seguito la partita al pub dell’Intercontinental. La mattina successiva siamo partiti per un avventuroso viaggio di 4 giorni attraverso il Sultanato. Pubblichero’ presto delle foto. Posti spettacolari e un campionario completo delle attivita’ vacanziere di questa zona punteggiate da sciagure assortite e imprevisti vari. In ordine sparso ci siamo dedicati a –
Risalita di wadi (fiume) tra gole rocciose. A causa delle recenti piogge e’ franato il comodo sentiero che porta alla fonte. Il risultato e’ stato una specie di interminabile, goffo ma pericolosissimo free-climbing tra i macigni. Un plauso ai sandali di merda che il mio compagno di viaggio aveva comprato per l’occasione al Carrefour. Tempo 40 minuti aveva dei profondi buchi nei piedi che non l’hanno piu’ abbandonato. Dopo numerose bestemmie, li abbiamo esaminati con attenzione e abbiamo scoperto che erano di produzione italiana :-)
(Wadi Shab)
Arrivo a Ras Al Hadd, passeggio in spiaggia e cena con un gruppetto di archeologi italiani impegnati in uno scavo. Sorpresa della serata: una delle ragazze della spedizione e’ di Sommacampagna e ha fatto il Maffei. Commozione…
Spedizione notturna (dopo abbondante cena) alla spiaggia per vedere le tartarughe che fanno le uova. Abbiamo individuato una tartaruga che aveva appena finito e stava tornando in mare e un’altra che stava LENTAMENTE risalendo la duna al limitare della spiaggia per trovare un luogo dove deporre in pace. La nostra attesa (minchia se era lenta…dopo un po’, anche se adoro le tartarughe, l’avrei presa a calci in culo) e’ stata resa molto inquietante dalla misteriosa apparizione di un pick up di omaniti che, dalla spiaggia, facevano strani segnali coi fari ad una barca di passaggio (quest’ultima a fari spenti). Quando i butei sulla spiaggia hanno cominciato a tirare una corda trascinando qualcosa fuori dall’acqua, ci siamo allontanati. Orsolato gia’ delirava di contrabbando di Kalashnikov. Forse e’ un’esagerazione ma il tutto non mi e’ piaciuto per nulla.
Il secondo giorno, dopo aver visitato gli scavi archeologici, ci siamo messi in viaggio verso Sud. Il prossimo che risponde ad una mia richiesta di informazioni sull’itinerario con la frase “Non ti preoccupare, e’ TUTTA DRITTA E TUTTO ASFALTO” lo accoltello! TDTA (acronimo di “tutta dritta, tutto asfalto”) e’ diventato il motto del viaggio. Non ci siamo fatti mancare nessun tipo di fuoristrada. Fango, sterrati, dune, posti allucinanti dove la strada finiva improvvisamente in un mare di sabbia, allagamenti ecc. Il tutto in un continuo: sgonfia i pneumatici che dobbiamo attraversare le dune – rigonfia i pneumatici che c’e’ un pezzetto asfaltato. (vedi foto)
Hummer ci ha portati ovunque (anche se sono tornata a Muscat con una gomma bucata: le abbiamo strapazzate troppo). Nel ridente villaggio di Al Ashkira avevamo appuntamento con Delfina e il geniale Ronnie, subito ribattezzato Ayrton, nostro autista per l’ultima parte del viaggio fino a Khaluf (da soli non ci arrivavamo nemmeno guidati dal Signore…). Il geniale Ayrton, driver e cuoco della spedizione, tiene una media dei 160 in statale, dei 110 sulla battigia (IN SPIAGGIA) e degli 80 sulle dune! Khaluf e’ stupendo. Una baia di dune di sabbia bianca che scendono fino al mare e assolutamente nulla per decine di chilometri.
(qui sopra un dettaglio del viaggio con Ayrton)
Abbiamo campeggiato e passato la mattinata in spiaggia e poi via! Altre 5 ore di viaggio TDTA fino a Biddya. Un conoscente omanita barucca mi aveva consigliato di chiamare un suo amico beduino che ha recentemente aperto un campo nel deserto. Non potevamo esonerarci. All’arrivo al distributore Shell si presenta un femminello del deserto con piu’ eye-liner di quanto potrei pensare di metterne io se mi invitassero alla notte degli Oscar. Carica una vecchia velata in un pick up vetusto e ci “dice” (in arabo, grazie al cielo qualcosa capisco) di seguirlo perche’ dobbiamo addentrarci nel deserto per 30 km. Fantastico... Il campo in realta' e' molto bello e ci ha fornito cena e pernottamento in pacchianissima tenda beduina decorata all’inverosimile di paccottiglia locale. Il giorno successivo, dopo la colazione, siamo usciti in pick up col buon Mohammad (il travone beduino). Abbiamo rischiato la vita un paio di volte (non si dovrebbe scivolare dritti come fusi giu’ da una duna alta 150 metri su un catorcio vecchio di 30 anni, seduti in 3 sul sedile davanti e senza cinture) ma ci siamo divertiti. Per finire ci siamo insabbiati ma non troppo gravemente, ci siamo dis-insabbiati e siamo tornati al campo.
(Mohammed scava per tirarci fuori dalla duna...)
Pomeriggio: ritorno a Muscat.
Tutto cio’ per giustificare la mia assenza dal blog. Sicuramente ho dimenticato parti interessanti del tour ma capitemi: siamo stati in giro per 4 giorni che sono sembrati 2 settimane.
Grazie ancora a Francesco per la visita: dobbiamo rifare un viaggio cosi’!!!
No comments:
Post a Comment