Wednesday, May 11, 2011

GUEST POST DI ROSSELLA: DIMENTICATE KATE & WILLIAM (PARTE I)

Se vi dovesse capitare d’essere invitati ad un matrimonio arabo, non fatevi sfuggire l’occasione.

Dopo quasi tre anni di permanenza nel Golfo questa occasione mi si e’ presentata al culmine della scorsa settimana, quando un’amica mi ha offerto di accompagnarla al matrimonio di una persona che nemmeno lei conosce: la sorella del marito del non so che di un’amica. Dettagli di poca importanza.

Avete mai sentito il detto Inglese “less is more” ad indicare semplicita’ e minimalismo?

(http://www.phrases.org.uk/meanings/226400.html)

ebbene in occasione di suddetto matrimonio ho coniato il mio aforismo per il mondo Arabo: “more is not enough” (magari qualcuno ci aveva giá pensato ma visto l’host del blog non mi preoccupo. Il mio avvocato sarebbe la prima a saperlo :-P).

Partiamo dall’invito: trattasi di una “mattonella” di velluto dalle modeste dimensioni di 25x35 cm (l’ho misurata) che si sfila da una custodia abbinata.

La mattonel, hem l’invito, anzi tutt’e due gli inviti, sono stati recapitati alla mia amica per mezzo di chaffeur di famiglia.

Il matrimonio o meglio la festa del matrimonio, perché in realtá non ho ancora ben capito come si svolga la cerimonia (ho sentito voci che il padre si rechi in moschea col futuro marito e un gruppo di testimoni – uomini - per firmare a nome della figlia - Rimando le ricerche a un successivo momento) si é svolta al prestigioso hotel Al Bustan Palace mercoledi scorso in una sala privata addobbata a dovere.

Ebbene nel caso non lo abbiate ancora sospettato questo tipo di cerimonie e festeggiamenti si svolgono rigorosamente separatamente per uomini e donne. (infatti non ho ben capito nemmeno se gli uomini festeggiano). Quindi alla “festicciola” dell’Al Bustan eravamo TUTTE donne – 500 invitate (credo), lo staff ammesso in sala, le camera-women con la loro attrezzatura da set televisivo e alcune agenti di polizia di cui che né io, né la mia amica abbiamo ben capito il motivo della presenza.

Il sospetto piú grande é che tra le invitate ci fosse qualche “cellula” della famiglia reale. Il tavolo a fianco al nostro sembrava particolarmente snob.

Primo dilemma prima della festa:

Io: “Ma Clare, che mi metto??”

Clare: (in inglese) “Niente di troppo semplice. Go over the top! La prima volta che sono stata invitata ad una festa di findanzamento ho messo un vestito semplice e l’amica araba mi ha chiesto se poteva mandarmi il suo sarto a casa per farmi fare il vestito per il matrimonio la settimana seguente. Hai presente la notte degli oscar in TV? Ecco come gli oscar ma di piú. Aggiungi oro, mischia stili, tessuti e gioielli e non avrai problemi”.

Vabbé!

Mi é venuto subito in mente un vestito tutto impaillettato comprato per il mio primo Crystal Ball nel 2008 (un evento annuale tipo serata oscar – uno dei tanti di Muscat) – usato solo per quell’occasione perché ovviamente non ci si puó presentare a due “serate oscar” con lo stesso vestito – soprattutto se si tratta di un’abito che passa inosservato e la stampa locale ti fa le foto.

Finalmente un’altra occasione per indossarlo; evento di donne in maggioranza arabe con vite totalmente parallele alla mia.

Unico problema: il vestito non é esattamente succinto. Spalle e ginocchia scoperte.

Io: “Clare ma siamo sicure? Insomma magari e' pieno di donne arabe conservative”.

Clare: “no figurati. Si scoprono tutte per queste occasioni. Non hai idea” (E' finita che a grande sorpresa di Clare c'era una grande percentuale di donne che hanno tenuto l'Abaya ma non importa).

Vabbé! Sempre meno convinta.

Arriviamo all’Al Bustan – mi sento l’unica cenerentola che si parcheggia la macchina da sola mentre la fila di chaffeurs in auto super lucidate attende il turno per sostare davanti all’entrata e scaricare il cargo di gioielli, vestiti da favola Disney, quintali di trucco, prole e governante filippina a seguito.

All’entrata, passata la security, ci ritroviamo davanti a un pannello di donne (presumibilmente famiglia della sposa e dello sposo) in fila a stringer mani (come alle feste dell’ambasciatore – tra l’altro ce n’é una la settimana prossima hihi). Ti salutano come se fossi una vecchia amica mentre io cerco di immaginare come avrei reagito se al mio matrimonio si fosse presentato un completo sconosciuto. L’unica che tiene le distanze e guarda in modo sospettoso é una signora anziana, vestita con un’abaya e velo arrotolato attorno al viso ma – fate attenzione – versione festa: tutto color carta da zucchero e argento! Deve essere la nonna fashion.

All’interno una marea di tavoli. Saltano agli occhi i centro tavola rappresentanti una palma dal fusto trasparente (plastica?) con fronde costituite da un alternarsi di piume di struzzo bianche e nere (non vere piume ma per rendervi l’idea.. magari erano degli spolverini che ne so. Poi non si sa mai, non le ho ispezionate da vicino effettivamante). Drappeggi bianchi coprono i muri. Il quarto lato dell’enorme stanza e’ occuapto da un altrettanto enorme palco, con chaise longue, sofa e cuscini tutti conformi al tema velluto bianco e nero – nemmeno tanto male. La parete di velluto nero del palco é coperta da centinaia di boccioli di orchidee (devo informarmi quanto costano qui – potrebbe essere un’idea per una festa a casa). Clare mi spiega che il palco é per la sposa, il cui ruolo per la serata sará di sedersi in bella vista mentre le invitate ballano, mangiano e si divertono.

Quasi dimenticavo: niente alcol!

La nostra entrata é con circa un’ora di ritardo sull’orario dell’invito (20:00). Siamo tra le prime ad arrivare... la sala si riempie lentamente tra le 21:30 e le 22:30 - alle 23:00 ci sono ancora persone che fanno la prima entrata - ci vuole tempo a prepararsi!

Dopo un pó di esitazione, non avendo trovato l’amica di Clare che ci ha invitate all’evento ci suggeriscono di sederci al tavolo con l’ambasciatrice della Germania.

Siamo in posizione strategica, tra il palco e l’entrata; é come essere in prima fila alla passarella di una sfilata di moda. Vediamo arrivare centinaia di donne in Abaya cosí elaborate che mi viene subito l’ispirazione di andarne a comprare una. La voglio anch’io l’Abaya con la fascia d’oro elaborata e sproporzionata che corre per tutta la lunghezza dell’orlo delle maniche, corpicapo e lungo la base. Che eleganza!

Arriva l’amica dell’ambasciatrice tedesca: una donna elegante, con un tailleur che se non fosse per il top paillettato nero sarebbe anche un pó troppo semplice per la serata. Dall’aspetto non mi sembra Omanita. Forse Libanese ma potrebbe anche essere Irachena. Non sono sicura. Ha un bel sorriso e sicuramente é una donna curata e possibilimente butolinata. Non ho potuto approfondire oltre uno scambio di sorrisi. La musica araba che accendevano a intervalli era talmente assordante che ho potuto parlare solo con Clare, seduta affianco a me (all’altro fianco un paio di ragazze giovani rigorosamente in abaya e abbastanza riservate – che sfiga). Il giorno dopo avevo anche un pó di mal di gola.

La cosa che mi ha colpito di piú della signora misteriosa al nostro tavolo era una parure di pietre verdi giganti con orecchini abbinati e quello che sospetto fossero diamanti incastonati a cornice intorno alle enormi pietre verdi. Sembrava rubato dalla collezione della Tower of London.

Lo voglio anch’io il gioiello da regina. Devo fare un discorsetto con S.

No comments: