Come promesso, ecco il primo post tratto dall'elenco degli argomenti propostivi. Ringraziate l'utente lamilo per aver scelto il tema, so che la faccenda della sodomia ha riscosso grande interesse ma devo ancora "approfondire" la ricerca prima di potervi allietare con una dissertazione in materia.
Per entrare nel vivo della tematica, inserisco anche due foto, la Yaris e la mia nuova targa.
Mi rendo conto che sara' una lettura parecchio lunga ma il problema e' complesso e merita una trattazione di una certa ampiezza.
Muscat e’ grande, molto grande. A dispetto di una popolazione abbastanza limitata (circa 800.000 persone), la citta’ occupa una superficie di 1.500 kmq.
C’e’, per ovvie ragioni, un sacco di spazio vuoto ma anche un sacco di traffico.
Il settimanale gratuito di lingua inglese “HI!”, ha dedicato proprio pochi giorni fa un ampio servizio al problema fornendo dati interessanti che vado subito a condividere con voi:
Nel 1970, in tutta la nazione c’erano 10 km (sì, dieci!) di strada asfaltata e le auto si contavano sulle dita di una mano. Oggi ci sono 17.533 km di strada asfaltata (e aggiungo, asfaltata da dio, altro che le buche di Via IV Novembre…) e 548.908 automobili.
Nel frattempo cresce esponenzialmente il numero dei patentati e aprire un’autoscuola da queste parti e’ un’idea da non buttare via…
La maggior parte di questo bordello stradale da secondo mondo (ebbene si’, prima o poi andava detto!) si concentra dove vivo io.
La citta’ e’ attraversata da un lato all’altro dalla temibile “Highway Sultan Kaboos” che corre parallela al mare e, forte delle sue 6/8 (a seconda dei tratti) corsie, dovrebbe in teoria permettere di attraversare in tempi brevi Muscat.
La realta’ e’ ovviamente diversa: le rare volte in cui non resto incastrata in un ingorgo sulla Kaboos, mi areno all’uscita dove appare subito evidente la passione degli indigeni per la tridimensionalita’ del traffico stradale. C’e’ sempre almeno un ponte o un sottopassaggio circolare e normalmente si trova anche una magnifica idea tutta omanita: la rotonda con semafori (2 o 3) che, invece delle solite 4 uscite, ne ha almeno 7 e munite di cartelli segnaletici arabi non sempre traslitterati nel nostro alfabeto.
Anche se la mia capacita’ di lettura della lingua locale migliora rapidamente purtroppo non riesco ancora a gestire con sicurezza questa vicenda quindi, se non sono sicura della mia destinazione, tendo a girare in tondo per un paio di volte cercando di leggere il cartello un pezzo alla volta e di non farmi travolgere dagli scoordinatissimi automobilisti locali….
L’alternativa, un po’ discosta dalla linea costiera e meno trafficata, e’ la “Highway South” che sarebbe una splendida opzione se non fosse ancora in costruzione. Per motivi a me ignoti, ha un caratteristico andamento a cavatappi che costringe a muoversi a serpentina per circa 5 km e non e’ fornita di illuminazione. La presenza di fossi e pareti rocciose ai lati rende quindi sconsigliabile il transito notturno.
Usciti dalle circonvallazioni arriva il momento di gestire i dossi. Abilmente mimetizzati con l’asfalto circostante, sono diffusissimi, alti circa 40 cm e sostanzialmente invisibili (naturalmente non e’ previsto alcun cartello segnaletico).
Il peggiore di tutti e’ il super-dosso dell’ambasciata pakistana dietro casa mia. Essendo sul percorso casa-ufficio ci passo 4 volte al giorno ma ancora mi inganna…e’ inevitabile che prima o poi ci lascero’ la coppa dell’olio, coi miei migliori omaggi al governo di Islamabad.
Dossi o non dossi un problema veramente annoso e’ rappresentato da una tripletta di deficenze che rendono pressoche’ impossibile muoversi con agilita’.
L’elegante linearita’ del castrum romano con la sua ordinata successione di cardi e decumani incrociantisi ad angolo retto, qui non e' stata compresa.
Anche la non disprezzabile struttura a circonvallazioni concentriche cara agli urbanisti europei ottocenteschi dev’essere apparsa banale quindi si e’ optato per un sistema casuale di strade curve che non segue nessuna logica percepibile.
Meta’ di queste strade sono vicoli ciechi ma nessuno, in questo paese, ha ancora inventato l’apposito cartello segnaletico da esporre all’imbocco della via.
Ieri, mentre manovravo faticosamente per uscire dall’ennesimo spiazzo sabbioso, ho pensato che potrei diventare ricca brevettandolo!
In generale, se qualcuno ti invita a cena, ti invia via fax in ufficio una mappa esplicativa per raggiungere il luogo dell’appuntamento.
Un indirizzo serve a poco dato che non esistono vere e proprie cartine della citta’ ne’ tantomeno una mappatura GPS (fate un giro su google map e capirete cosa intendo!).
La mia seconda idea per svoltare e’ pertanto la creazione di “Tuttocitta’”.
Sopravvissuti ai dossi e all’affannosa ricerca del civico 1432 della Street 1949 (che pur essendo lunga 400 m ha civici fino al 2000 e passa…) all’angolo con Al Fair (l'Esselunga locale, supermercato costoso e un po' fighetto frequentato prevalentemente da occidentali) e di fronte a Pizza Hut, prima o poi si deve parcheggiare e qui si appalesa in tutta la sua ampiezza l’assoluta inettitudine dei locali…il tempo medio da me calcolato perche’ un omanita faccia una semplice retromarcia in linea retta per lasciare libero il posto nel parcheggio di un centro commerciale e’ di circa 40 secondi! Si aggiunga che gli stranieri sono per la maggior parte di estrazione britannica o comunque appartenenti al Commonwealth.
Costoro, gia’ normalmente, come autistomobilisti non sono proprio dei fulmini di guerra e, in piu’, qui devono guidare a destra, cosa che li confonde non poco…
Capirete che muoversi non e’ semplice ma, in qualche modo, se ne viene fuori.
Il mio esercizio zen nei momenti peggiori e’ immaginare di essere su Viale Piave all’uscita da un venerdi’ di Vinitaly! Provare per credere…funziona.
Avendo fatto serata (mediamente pesante) ieri, stamattina non riesco a lavorare quindi, se avete voglia date un'occhiata ai post vecchi perche' ho aggiunto qualche foto qua e la' e un paio di parole di commento.
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Detto cio' mi accomiato per lo strano weekend lungo (mercoledi', giovedi', venerdi') che mi e' capitato in sorte questa settimana e che hamdulillah (grazie a dio) passero' al mare.